Riflessi femminili

Pensieri fra le righe del Premio Letterario “Il femminile tra le righe”.

Scrivere significa riflettere. Quella del Premio Letterario Il femminile fra le righe è stata un’occasione piacevole e interessante per riflettere sulla scrittura al femminile.

Il concorso è stato organizzato dall’agenzia Murena Letteraria di Firenze con il patrocinio del Comune di Bologna e della Provincia di Firenze e in collaborazione con le case editrici Fazi, Kowalski, MarcosyMarcos, Minimum Fax e Stranamore Editore.

Mi hanno chiesto di far parte della Giuria ed ho accettato con piacere. Il bando scadeva nel luglio 2007 e la premiazione si è svolta il 7 novembre 2007 a Firenze, in occasione di un evento intitolato Femminilità che ha ospitato incontri, mostre e dibattiti.

Il Premio Letterario prevedeva la partecipazione di romanzi e racconti, scritti sia da mano femminile che maschile, incentrati sul tema della donna trattato sotto molti aspetti ed espresso con qualsiasi genere letterario (storie familiari, romanzi di formazione, storie d’amore, romanzi erotici, mystery, noir ecc.). Un premio letterario dedicato alle diverse identità femminili immerse nelle problematiche sociali e personali ad esse connesse.

È stato molto coinvolgente il mio lavoro di giurata e alla fine di questa esperienza ho scritto alcuni pensieri… qualche riflessione che mi fa piacere riportare anche qui nel mio blog.

Raccontare l’universo donna non è solo prerogativa delle scrittrici che per affinità di genere dovrebbero esserne capaci in maniera più profonda e completa. È vero che per la donna forse è più facile riconoscersi nella scrittura di altre donne e scoprire, o avere conferma, che le proprie sensazioni ed emozioni sono condivise. Ma è anche vero che scrivere un romanzo d’amore o un giallo, una storia erotica oppure noir, un racconto rosa o di avventure sul tema della donna, e farlo in maniera originale e creativa, narrando le emozioni e i pensieri del gentil sesso, non è certo prerogativa solo femminile. Lo è della scrittrice e dello scrittore che riesca a farlo in maniera intelligente, profonda, consapevole e possibilmente ironica e mai banale.

D’altra parte pare che la scrittura femminile tenda, così come l’indole, ad essere più riflessiva di quella maschile, a indagarsi interiormente mettendosi in rapporto con la realtà esterna con maggiore attenzione ai rapporti umani, alle relazioni affettive, all’ascolto dell’altro. Nella scrittura la donna dunque è istintivamente più portata a creare ed esprimere un rapporto di profonda intimità con se stessa riuscendo a scrivere su tutto, anche su argomenti scomodi come la violenza e l’ingiustizia, ma è anche capace di sviluppare grande empatia con gli altri e di ascoltarli e narrarli. Spesso con simpatia, leggerezza e fantasia perché le donne amano l’ironia, l’originalità, la divagazione, il sogno.

Non è corretto generalizzare e non è mia intenzione farlo, ma pare anche che le donne durante la scrittura amino le interruzioni per fare altro e le distrazioni per pensare ad altro, anche se le deviazioni possono far perdere alcuni pensieri per improvvisarne altri. Gli uomini invece sarebbero meno propensi a deconcentrarsi e a “sprecare” i pensieri, e in tal senso ho letto al volo durante una mia disattenta navigazione in internet – e quindi non ricordo la fonte – che l’uomo scrittore sarebbe più monolitico e non scalfibile, mentre la donna è più leggera e frantumabile, anzi viene definita più “ventosa” e propensa a farsi attraversare. Inoltre la donna avrebbe maggiore bisogno e capacità di comunicare condividendo e collaborando, con una visione della vita più reticolare o circolare, con i vari fattori compresenti e contemporanei e quindi da prendere in considerazione agendo a 360°, mentre la visione maschile sarebbe più simile a una linea retta con le azioni allineate in maniera ordinata e puntate verso l’obiettivo della produttività e del risultato.

Mi piace molto immaginare il femminile fra le righe paragonandolo alla poesia. Fra le righe di una poesia c’è spazio per mille interpretazioni e ognuno può ritrovare o scoprire se stesso, oppure cercare l’altro anche nel non detto, fra una parola e l’altra. Importantissime le parole nella scrittura, forse molto più di quando si parla, perché non potendo utilizzare la voce, la gestualità e l’espressività facciale che sono preziose alleate nella comunicazione interpersonale, le parole devono riuscire a coinvolgere e stimolare i sensi e i pensieri, ed essere capaci di visualizzare immagini, di esprimere suoni, gusti, profumi e perfino sensazioni tattili. Sicuramente questo risulta più facile a chi scrivendo tende istintivamente ad entrare in sintonia con l’interlocutore, in questo caso uno o più lettori.

In ogni caso chi scrive di donne deve essere o sentirsi donna oppure conoscere molto bene il mondo e l’animo femminile per non rischiare di cadere nei luoghi comuni che derivano dalla trasformazione che l’armonia fra corpo e mente femminile ha dovuto subire nel tempo specie in relazione alla sessualità che è una sfera così preziosa e affascinante, scrigno di un’energia primordiale, positiva e vitale. In tempi remoti la sessualità femminile era vissuta in maniera più libera e in armonia con la spiritualità, poi nel corso del tempo sono emersi gli stereotipi della donna “facile”, della donna materna, della donna razionale ecc., frammentando l’originale unità. A complicare ancor più le cose nella storia è intervenuta poi anche la chiusura e la repressione che ha portato a considerare la sessualità femminile addirittura come diabolica.

Attualmente c’è una grande confusione perché ai messaggi che si aprono alla libertà etero e omosessuale si contrappongono ancora quelli di forte chiusura dovuta alle tradizioni religiose e culturali. Nel frattempo poi la donna è diventata più aggressiva e per ottenere gli stessi diritti dell’uomo, specie in ambito lavorativo, talvolta si è troppo mascolinizzata con il rischio di nascondere quel fascino che è invece l’essenza e la potenza della femminilità. Invece la vera parità sta nell’ottenere gli stessi diritti, le stesse opportunità di potere decisionale e di carriera direttiva senza dover nascondere la propria femminilità che non è un “vestito” da mettere o togliere esteriormente, ma una qualità tipica e innata, e quindi istintiva, della donna.

Il rischio di cadere nei luoghi comuni e nel pregiudizio quando si scrive del femminile, e della sessualità, è dunque presente e quindi bisogna porre molta attenzione a coniugare con armonia materialità e spiritualità per recuperare l’originale interezza e l’essenza dell’identità femminile.

Fra le righe di svariati testi pervenuti per il premio letterario è stato raccontato, a volte bene e a volte meno bene, anche l’erotismo, un universo così speciale, così ricco di interessanti sfaccettature, sia sentimentali che istintive, così meraviglioso e affascinante da scoprire, da vivere e raccontare in maniera intelligente e fantasiosa, sia allusiva che esplicita e, perché no, anche ironica.

I partecipanti al premio, scrittrici e scrittori, hanno trattato con passione molti temi. Storie colorate di romantico rosa, di misterioso giallo o inquietante noir, racconti di fantasia o storie di comuni donne moderne al lavoro, ma anche di antiche donne mitologiche. Donne in crisi coniugale e esistenziale,  alle prese con rapporti difficili con le proprie madri, o con maternità negate oppure semplicemente con i figli e la quotidianità. Donne in cerca di vie di fuga dalla routine, di nuovi ruoli da interpretare e di storie da inventare, ma anche a caccia di etichette di cui liberarsi. Storie drammatiche la cui lettura avanza come fango e urla in silenzio mentre narra di donne e bambine abusate, ma anche racconti di donne capaci di sdrammatizzare con ironia i momenti difficili. Storie di viaggi intellettuali e artistici nei luoghi dell’anima e di viaggi nei luoghi del mondo in cerca di verità e di pace. Tante storie d’amore. Tanto amore e tanti amori… come quello disperato di una donna adulta che grida “mammaaaaa!” dopo la morte della madre, o quello di chi ha provato almeno una volta nella vita e anche solo per poche ore l’emozione gioiosa e vitale di essere finalmente amata con vera passione.

Rileggendo la prima frase di queste mie righe, cioè “scrivere significa riflettere”, nasce in me il desiderio di concludere in maniera molto personale e in tema con il mio blog, e allora penso che in natura esistono dei cristalli in grado di fare entrambe le cose: scrivere e riflettere. Sono i cristalli di carbonio che compongono sia la grafite opaca e morbida delle matite, sia il diamante, trasparente e durissimo con i suoi scintillanti riflessi. La provenienza di questi cristalli risale alle origini dell’universo e dunque è dovuta all’esistenza delle stelle, mentre il carbonio è alla base di ogni organismo vivente, come per esempio la donna con la sua capacità di generare vita e di rimanere affascinata dai riflessi di un diamante, non certo solo per motivi materiali come si potrebbe superficialmente pensare.

Il diamante è durissimo e tagliente. Fra l’altro nasconde spesso anche del dolore se pensiamo allo sfruttamento delle persone che lavorano in condizioni disumane per la loro estrazione. Ma è prezioso perché antico, raro, primordiale, e riesce a riflettere la luce scomponendola in tutti i colori esistenti, quelli dell’arcobaleno, e ricombinandoli in fantasiose e improvvisate esplosioni di creatività cromatica proprio come in un caleidoscopio.

Immagino il femminile tra le righe come un diamante che scrive i suoi colori con una matita, ma a rendere il tutto molto più interessante, e reale, è la vita che le donne hanno a differenza del diamante e della grafite. Vitali atomi femminili che si combinano con sentimenti ed emozioni, esperienze e conoscenze, istinti e fantasie, soddisfazioni e sconfitte, gioie e dolori, conquiste e ingiustizie… e formano molecole da leggere in sequenze di parole che danno origine alle pagine di un libro che può essere scritto sia da mani femminili che maschili che ne conoscano la formula.

Il libro aperto creerà un ventaglio leggero come una gonna che sventola e lo si può immaginare sia con una copertina in brossura, morbida e avvolgente, che cartonata, forte e protettiva. Sicuramente rivestita di carta bella, leggera e colorata,  che mostrerà con orgoglio il proprio titolo e il proprio nome, e che pagina dopo pagina svelerà il suo mistero. Dietro le bandelle la fantasia di due gocce di profumo, quel tanto che basta per essere immaginato piacevolmente dalla lettrice o dal lettore che fra le righe scoprirà il femminile.

Riccarda Patelli

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Riflessi femminiliultima modifica: 2007-11-09T22:03:00+01:00da riccarda63
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2 pensieri su “Riflessi femminili

  1. Ric , che testo affascinante, hai avuto la possibilità di raccontare .L’universo femminile…Leggendo e analizzando gli scritti proposti dal concorso…ne hai estratto il succo l’essenza, conoscendo la tua enorme sensibilità non avevo dubbi… COMPLIMENTI!!!
    Io ho a che fare sopratutto con uomini, nel lavoro , nella famiglia (tutti maschi) e non solo, li amo e li odio allo stesso tempo e non ne potrei fare a meno…ma le mie simili …le donne… alcune , con le quali nasce un vero feeling …ecco con loro che chiamo “Sorelle” sò che ci sarà sempre una grande intesa che non avrò mai con nessuno dei miei Maschi… e tu Ric lo sai che ne fai parte!!!
    GRAZIE RIC !!!
    Baci a.

  2. Grazie a te Sorella Ale… :o)
    Che ne dici, dichiariamo ufficialmente aperte le iscrizioni al Club delle Sorelle Cristalline?… non certo suore, ma tipe taglienti e iridescenti… :o)

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