2 agosto 1980 ore 10,25

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La telefonata a mio padre arrivò un po’ più tardi quel giorno.
 
Le sue importanti responsabilità di lavoro nelle Ferrovie dello Stato prevedevano spesso anche la reperibilità.
 
Eravamo al mare, sulla spiaggia, in Liguria. Tranquilli e ancora ignari.
 
All’altoparlante dello stabilimento balneare una voce disse che mio padre era urgentemente desiderato al telefono. All’epoca non avevamo i cellulari.
 
Quell’avverbio “urgentemente” allarmò anche me. Ero in acqua, uscii di corsa e... lo vidi sbiancare in volto mentre parlava al telefono con la persona che lo stava informando di qualcosa di brutto… ma io non ascoltavo la conversazione e quindi provai subito preoccupazione per qualche parente, qualche brutta notizia in famiglia… a gesti e a sguardi gli feci capire di darmi qualche indizio… lui interruppe un attimo e mi disse che era esplosa una bomba alla Stazione di Bologna.
 
Era davvero bianco come un lenzuolo e dopo aver parlato a lungo per dare alcune disposizioni in merito ai problemi ferroviari conseguenti all’attentato, riattaccò e mi disse che le ripercussioni ferroviarie al confronto erano niente rispetto alle tante vite umane in partenza, anche per le vacanze, e spezzate dall’esplosione.
 
Sentii dei brividi addosso e non erano certo dovuti al fattpoverapatriao che ero da poco uscita dall’acqua e avevo il costume bagnato…

Una strage che non si dimentica e che alla Stazione è ricordata da quello squarcio lasciato nel muro al binario 1, come simbolo terribile e tragico di qualcosa di irrimediabilmente spezzato come le vite uccise in tutte le stragi.
 
No, non si dimentica, così come io non dimentico l’espressione sconvolta di mio padre.

Pagine ferroviarie

dc758fe9a0a5bf11a58e4044c9815830.jpgIl progresso è fatto di conquiste ma anche di sconfitte, di successi ma anche di errori. Riflettere sulle dinamiche, sui motivi e sulle conseguenze degli errori e delle sconfitte è sicuramente utile al miglioramento futuro.

Segnalo un libro particolare realizzato a cura di Stefano Patelli, mio fratello.

Si intitola I principali incidenti ferroviari in Italia e nel Mondo dal 1859 ai giorni nostriCronologia storica dei più importanti e particolari Incidenti Ferroviari accaduti nella storia delle Ferrovie di tutto il Mondo – Luoghi – Date – Dinamiche – Rotabili – Cause – Conseguenze –  2a edizione 2007.

e4930e77eadc4b7d07d01596ab0d5d7f.jpgRiporto di seguito il testo della Premessa scritta dall’autore.

Questo testo tratta cronologicamente la maggioranza degli incidenti ed attentati che hanno coinvolto treni, infrastrutture e quant’altro di adiacente, accaduti da quando esistono le linee ferroviarie sull’intero pianeta. 

Esso è frutto di una ricerca effettuata su quanto successo in Italia/Europa (Media, Quotidiani, Agenzie d’Informazione, Archivi FS, Quotidiani d’epoca, ecc.) e, per quanto riguarda gli eventi extra europei, è frutto anche di un’opera di traduzione di alcuni testi specifici in materia, difficilmente reperibili sul mercato.

Per ogni evento, di norma, vi sono indicati la data (per quanto possibile precisa), il luogo, la linea ferroviaria interessata, la dinamica, i rotabili coinvolti (solo per i casi accaduti in Italia), le cause e le conseguenze.

Il contenuto di questo testo non intende contrastare quanto emerso da inchieste attivate a seguito di particolari e gravi avvenimenti, ma si limita a descrivere solo la realtà dei fatti come gli stessi sono stati resi pubblici.

Nel caso di inchieste ancora in corso, il testo ne prevede la relativa notizia.

I mezzi coinvolti in incidenti accaduti nel nostro Paese, sono rilevabili anche dal testo relativo a “I Rotabili delle FS dalle origini al 2000” disponibile anch’esso, ma aggiornato al 2002 .

(L’intero lavoro è dedicato all’Ing. Franco Patelli)

3b74f22fd64b7f3e59763a75a7c7f1eb.jpgUno sguardo alle primissime pagine cliccando su Copertina-Indice-Premessa.doc

… e chi fosse interessato può contattare direttamente l’autore scrivendo a s.patelli@rfi.it.

 

Binari genetici

Franco non aveva mai volato in vita sua, ma di chilometri ne aveva fatti a migliaia. Certo non sfidando la forza di gravità. Semmai quella centrifuga, nelle curve, ma saldamente incollato a binari d’acciaio. Veloce. Certo non come un aereo. Come un treno.

0d066a649fcd712737db212674cb298c.jpgIl tempo aveva trasformato quei binari. Suo padre Romolo li aveva faticosamente percorsi tutto sporco di carbone, attorcigliati come una spirale di DNA, e parallelamente Franco li aveva ereditati. Il progresso li ha via via distesi e resi sempre più veloci, anche grazie a lui. Era un ingegnere che ha dedicato tutta la sua vita lavorativa alle Ferrovie, ed era anche “pilota di treni” e quindi sapeva condurli sia prendendo decisioni importanti dal suo ufficio che materialmente ai comandi di una locomotiva.  Due binari che viaggiavano paralleli.

Trasmise quel codice parallelo anche a suo figlio Stefano che presto iniziò a sfrecciare su binari509f6182399c1f0b8deeca43a0ca47a9.jpg d’acciaio sempre più moderni e veloci e lo sta facendo ancora.

Quando Franco seppe che sarebbe dovuto partire prima del previsto per un viaggio mai fatto prima, pensò di lasciare un disegno. L’occasione si presentò quando il suo nipotino Michele gli chiese di farlo. Ancora la partenza non era imminente, c’era tempo e c’erano le forze per disegnare. E allora quella volta con il pennarello si staccò dai binari, vinse la forza di gravità e disegnò un aereo.

Nel tempo seguente quel disegno ispirò colori e scarabocchi al piccolo Michele. Forse pensava che il nonno gli avesse costruito una macchina per volare e lui volava colorando la fusoliera, le ali, l’aria circostante… Poi un altro giorno Michele chiese al nonno di fargli un altro disegno. Ma non c’era più tempo. Non c’era più forza neppure per fare un disegno a un bambino.

Dopo due giorni Franco volò via. Era il 1° Febbraio 1994 e partì per quel viaggio mai fatto prima viaggiando su binari sconosciuti. Altrove.

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A sua figlia Franco ha trasmesso i suoi binari in maniera diversa e lei se ne sente avvolta come in una spirale di DNA. Lei li ha trasformati in righe su cui scrivere correndo con la sua penna. Come se fosse un treno.

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Con le parole corre veloce. Ne mette in fila come vagoni per chilometri. A migliaia. Con i pensieri riesce anche a volare ed anche nella realtà ha volato, vincendo la forza di gravità, e ogni volta che sente il rumore, il fischio o l’odore di un treno prova una sensazione difficile da spiegare… la potenza, una direzione, una guida, una sicurezza, e insieme tanta nostalgia di ciò che non è più e il tenero ricordo di quando da bambina vide per la prima volta il fumo bianco di una locomotiva a vapore e chiese a suo padre: «Babbo, ma fa il fumo bianco quando ci mettono dentro il carbone bianco?».

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Franco era mio padre e a lui è dedicata ogni parola, ogni virgola, ogni spazio, ogni immagine, ogni silenzio e ogni treno in transito della categoria “Binari” di questo blog.

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