Volo A4 210X297

Ero uno dei tanti, destinato ad una vita piatta oppure fotocopia di tante altre.
Tutti gli altri finivano tatuati con sequenze alfanumeriche e imprigionati in un destino burocratico e polveroso.
Mentre sentivo avvicinarsi il mio turno la preoccupazione evolveva in paura. Avrei voluto urlare, ma due mani diverse dalle solite mi portarono altrove e cominciarono a dipingermi tutto, con colori vivaci. Non capivo, ma era bello e nonostante il destino incerto una sensazione di libertà mi stava alleggerendo, anche quando quelle mani iniziarono a piegarmi.
Era tutto così diverso da quanto era capitato agli altri e pensai di essere stato prescelto per qualcosa di unico!
Avevo ragione. Adesso sono il Volo A4 210X297. La mia fusoliera ha una grammatura leggerissima di 80 g/m2 che mi permette stupende evoluzioni aerodinamiche e la livrea ha i colori della fantasia del mio pilota che, ad una torre di controllo a forma di palloncino, sta chiedendo l’autorizzazione al decollo.

(Questo mio mini-racconto ha partecipato alla seconda edizione del Concorso 10 Storie – Concorso letterario per racconti minimi di Scripta-Volant: Volo A4 201X297)

Buona lettura… ma se siete arrivati qua l’avete già letto :o)

Altro Decennale, altro Raduno… ve lo racconto!

foto locandina.jpgEd eccomi di nuovo qua a raccontare un altro dei nostri bellissimi raduni, sempre più reali in termini di amicizia, divertimento e bella umanità… e anche di buona gastronomia, turismo e ovviamente volo… :o)

 

L‘occasione stavolta è stata la voglia matta di festeggiare come si deve un altro storico Decennale, quello della mitica compagnia aerea virtuale Air Dolomiti Virtual, nata nel 1999, solo un anno dopo Air Brixia Virtual Airline, sorella maggiore festeggiata lo scorso anno a Roma.

 

Quest’anno ci siamo riuniti il 17 e 18 ottobre a Padova e Venezia, un’elegante cornice per il nostro raduno.

 

 

Ecco qua come mi sono divertita a raccontarlo…

 

Raduno Decennale ADV 2009 PD-VE.pdf

 

Buona lettura! :o)

 

 

Volo Virtuale… Volo Reale… Aggiornamento Raduni!

Anche in questo contesto desidero mettermi in pari… dunque dunque… dove eravamo rimasti?
Ah, sì… nell’ottobre 2007 ho pubblicato un post con tutti i racconti dei raduni in cui sono stata presente, dal 2004 al 2007, delle due Compagnie Aeree Virtuali di cui faccio parte: la AirBrixia Virtual Airline e la Air Dolomiti Virtual.
 

Per ricapitolare, e soprattutto per non ripetermi troppo, si può leggere il mio post cliccando QUI

 

E dunque andiamo avanti, il tempo è passato e di raduni ce ne sono stati altri… per fortuna perché sono davvero delle belle occasioni per stare insieme in amicizia!

In ordine cronologico ve li elenco con i link per leggere i miei racconti, e iniziamo dal IX Raduno Annuale ABX-ADV che si è svolto a Brescia-Verona il 13-14 ottobre 2007.

 

Sono stata presente solo il sabato 13 ma questo non mi ha impedito di avere qualcosa da raccontare… lo scoprirete cliccando su

Racconto raduno Brescia 2007.pdf

 

 

Con un salto temporale di qualche mese ecco qua un altro raduno, una stupenda visita alla Base delle Frecce Tricolori, a Rivolto (UD) il 14 marzo 2008.

 

Cliccando QUI si possono leggere un po’ di notizie in merito al raduno e anche il mio breve racconto intitolato La Divina Pattuglia, stavolta in versi poetici liberamente tratti dalla Divina Commedia… Dante mi perdonerà :o)

 

Nella seconda parte del 2008 si sono svolti altri due nostri raduni: il 22 giugno a Lugo di Romagna, un simpatico modo per incontrarsi e salutarsi prima delle ferie estive, e il 18-19 ottobre a Roma Fiumicino e a Vigna di Valle… per celebrare il mitico Decennale della nascita di Air Brixia Virtual Airline (12 settembre 1998 – 12 settembre 2008).

 

Ho scritto un racconto unico sottoforma di atti di un immaginario convegno… ormai avrete capito che mi diverto a scrivere questi report in maniera ironica e goliardica… e dunque buona lettura e buon divertimento… ah!… ovviamente cliccando su

Raduno Decennale ABX 2008.pdf

 

Per l’occasione di questo anniversario ho anche creato una locandina speciale. Qua la vedete in piccolo…

 

Locandina Decennale ABX 2008.jpg

 

Mentre se volete vederla più grande cliccate su Locandina Decennale ABX 2008.pdf 

 

Lavorare… anzi volare in team

115f0f6552cd328f59c4af00df88b150.jpgUn esempio top tutto italiano dove le qualità umane fanno la differenza nella creazione di un team di eccellenza: la Pattuglia Acrobatica Nazionale – Frecce Tricolori.

L’importanza dell’intelligenza emotiva e delle competenze comportamentali per un ottimo lavoro di team e per il raggiungimento di un obiettivo comune, in questo caso volare in sicurezza dando vita a un’esibizione spettacolare.

In un articolo racconto su cosa si basa la selezione dei piloti che compongono la PAN e lo faccio parlando di formazione personale avvalendomi dell’analogia con una formazione di aerei.

L’ho trovato un esempio efficace che stimola a puntare in alto.

Per leggere l’articolo cliccare QUI

Tempo di raduni

Ottobre è tempo di raduno annuale delle due Compagnie Aeree Virtuali di cui faccio parte come Signora delle Penne. La AirBrixia Virtual Airline e la Air Dolomiti Virtual.

Il prossimo è in programma il 13-14 ottobre a Brescia e Verona con escursione al Lago di Garda. 

Uno dei miei piacevoli compiti è partecipare ai raduni, sia i mega-raduni annuali che i mini-raduni occasionali, e poi raccontarli scrivendo un resoconto. Naturalmente alla mia maniera, molto libera e molto molto scherzosa. Non potrei fare altrimenti perché quello che regna nei nostri raduni è tanta amicizia e uno spirito goliardico che fin dalla prima volta in cui ho avuto la fortuna di parteciparvi mi ha conquistata.

Tutti i partecipanti, ma anche chi non ha potuto esserci, poi si aspetta di leggere in rete i miei racconti ed io accontento tutti molto volentieri così prolungo il divertimento anche dopo ricordando con le parole quanto accaduto divagando un po’ con aggiunte fantasiose e bizzarre prendendo un po’ in giro tutti i presenti, compresa me stessa naturalmente, con molta autoironia.

Per respirare l’aria che tira nei nostri raduni ecco qua un elenco di quelli che ho scritto finora:

Rimini, 9-10 ottobre 2004 – Il mio esordio, il mio primo raduno annuale dove ho conosciuto nuovi amici, ma soprattutto persone straordinarie. In quell’occasione ricevetti anche il mio battesimo dell’aria! Si può leggere il mio racconto cliccando QUI

Bolzano, 20 marzo 2005 – Miniraduno con cibi tipici e boccali di birra. Tutte le portate cliccando su MINIRADUNOBOLZANO.doc

Pisa, 7-8 ottobre 2005 – Raduno annuale fra mare e aerei con visita alla Base militare. Due giorni allegramente piovosi raccontati QUI

Sassuolo, 18 giugno 2006 Raduno in occasione dell’inaugurazione della Scuola di Volo Virtuale dell’Aeroclub Sassuolo. La mia storia è tutta QUI, mentre il volo acrobatico regalato in quell’occasione a mio figlio per il suo 18° compleanno, l’ha raccontato lui stesso QUI.

Lugo, 16 luglio 2006 – Un “misterioso” raduno raccontato come la recensione di un libro che si legge QUI

Brescia-Ghedi, 22-23 ottobre 2006 –  Da Montichiari alla Base di Ghedi ridendo e scherzando, e visitando il Tornado! Ho studiato e il risultato è QUI

Sassuolo, 6 maggio 2007 Piccolo raduno, grande divertimento. La breve storia cliccando QUI

Thiene, 22 luglio 2007 – Raduno avio-eno-gastronomico. Un allenamento per il prossimo raduno annuale di ottobre. La storia cliccando su Thiene 2007.doc

Gli amici miei virtuali e reali si preparino perché al prossimo raduno farò come il figlio del Perozzi a casa del Conte Mascetti nel film Amici Miei… guarderò tutto, ascolterò tutto e scriverò tutto sulle nostre… zingarate! A presto!

8a0c783ba94dc123e423d40967217ef3.jpg

Musica in volo

b4d4e810ff1678ba3d9d2dbff5445803.jpg

Aerei Aermacchi MB-339. Italiani.

Frecce Tricolori, la Pattuglia Acrobatica Nazionale migliore del mondo. Piloti italiani.

Musica di Giacomo Puccini, per me al top nel suo genere. Italiano.

Voce di Luciano Pavarotti, una grande voce. Italiano.

Il Tricolore vola alto!

Ogni volta rivedere queste immagini con questa colonna sonora è sempre un’emozione.

Dal vivo è qualcosa di sublime!

Grazie agli italiani che “volano alto” e a quelli che nel mondo portano i suoni, i sapori, l’arte… e i colori del paese del sole… anzi…d6ca9940b019fd1f45732c79cb2b276e.gif … d’ ‘o paese d’ ‘o sole!

Banana geostazionaria

d32461a9b7a22652d750a14d27d5ec0a.jpgQuando mi imbatto in notizie simili non resisto. La tentazione della diffusione è praticamente invincibile e allora cedo.

Pare che nell’estate del 2008 verrà lanciata nei cieli del Texas una gigantesca banana geostazionaria.

Allora… ok… capisco che la cosa può spiazzare così su due piedi… un attimo che ricomincio e scandisco meglio: l’anno prossimo, in estate, nei cieli del Texas verrà fatto volare un dirigibile a forma di enorme banana!

Aspettate che controllo sul sito… avrò mica capito male? Ma com’era?… Ah sì… dunque… w… w… w… eccolo

 www.geostationarybananaovertexas.com

Ma sì ho capito bene! Sul sito, in 5 lingue perché la banana è internazionale, c’è scritto tutto in maniera dettagliata con tanto di foto e dati tecnici.

Ebbene sì, stanno costruendo un dirigibile-bananone! Il progetto è un mix di arte e ingegneria, di simbolismo e di tecnologia. Una via di mezzo fra la surreale buffonata e un atto di coraggio.

792e3da2ef8350203c345a9a643acadb.jpgChe dirvi… sul sito si analizza la parte concettuale dell’iniziativa che pare possa avere molti significati: semplicità, sintesi (dal punto di vista della macedonia in effetti…), stupidità, ironia, umorismo, inutilità (oddio…), banalità (o bananalità?… eh eh), profezia… (ah ah! forte questa!), pubblicità (probabile), estraneità (in Texas non crescono banane), simbolismo fallico (vedi foto col cowboy che fa pipì), ma anche celebrazione dell’arte in stile Warhol.

510a5ee5eff327810cde757718abd109.jpgComunque sia stanno facendo le cose tecnologicamente sul serio e in grande. Il bananone ha una struttura interna in bambù ricoperta da una “buccia” sintetica di nylon giallo disegnato per dare maggior realismo, e misura circa 300 metri di lunghezza. Verrà riempita di elio, dotata di alcune strumentazioni per la stabilità aerodinamica e la traiettoria che si otterrà sfruttando il principio del boomerang, e lanciata a quota 30-50 km da terra. Verrà stabilizzata tra la bassa orbita terrestre e l’alta atmosfera restando visibile notte e dì per circa un mese solo nello stato del Texas e zone limitrofe. Attualmente sono in piena fase ingegneristica ed è in corso la Fase IV – Sviluppo della propulsione e prove. 

Ok, ora vi lascio così andate a visitare il sito e la galleria fotografica. Da non perdere la video gallery con i seguenti filmati: Phase III, 3D Bamboo, Flying Banana e… Banana in Space.

226862481e73be8580917a204e019aea.jpgDopo l’ultimo titolo e vedendo quel puntino giallo nella foto ho una domanda che mi sorge spontanea: chissà se poi faranno anche il film 2008, Banana nello spazio… ?  

230a6101e08cc0ea0b31a0b5f18cf695.gif 

Gabbiani

e82ab129b9041b21ce00294e92b3fc19.gifIncontro la notizia sull’articolo di un settimanale uscito il 14 luglio del 2006. La leggo. Mi colpisce. La rileggo più volte. Pare una favola. Invece è vera. Mi piace e la cosa non finisce lì, semplicemente chiudendo la rivista. È la storia di un piccolo gabbiano, un gabbianello di nome Gareth. Siamo in Inghilterra, la parte sud occidentale, in una cittadina del Devon. Qua un po’ di tempo fa Gareth, quando aveva un solo giorno di vita, è caduto dal suo nido, distrutto da una squadra di controllo ambientale dopo alcune lamentele sulla presenza della famiglia di gabbiani nella zona. Il piccolo è finito in una fattoria, ospite di un allevamento di galline e di paperi da cui ha ricevuto il suo imprinting imparando fin dai primissimi giorni di vita a comportarsi come loro. Gareth adesso ha due amici pennuti, il papero Clarke e la gallina Willie dai quali non si stacca mai tranne quando prende lezioni di volo dalla quindicenne figlia dei proprietari dell’allevamento, Katrina, una ragazzina esperta e tenace che gli insegna a volare per un’ora al giorno. Sì perché Gareth si comporta come i paperi e le galline e crede di essere uno di loro, dunque volare non rientra nelle sue attività e nei suoi piani. Crescendo con amici così diversi da lui non ha sviluppato nemmeno altri comportamenti tipici della sua specie. Infatti i gabbiani sono in genere piuttosto aggressivi fin da quando vivono nel nido e i più forti aggrediscono i fratelli più deboli per avere più cibo. In seguito tendono ad attaccare anche gli altri uccelli e in maniera particolare i piccoli di anatra. Sono molto opportunisti per quanto riguarda il cibo che riescono a procurarsi praticamente ovunque sia disponibile. Siamo abituati a immaginarli sul mare, dove più spesso possiamo ammirarli, ma si adattano anche a vivere in altri ambienti, per esempio in campagna o nei pressi di una discarica. Basta che ci sia cibo disponibile e non mangiano solo pesce perché sono onnivori.

5e3c99ca50b5f891c50a78f747a40eea.gifGareth non è aggressivo con gli altri pennuti e nemmeno con i più piccoli, e non vola perché non ha mai visto volare i suoi amici. E poi non ha bisogno di volare visto che non deve andare a cercarsi il cibo. Nella fattoria ce n’è in abbondanza e Gareth mangia ogni giorno senza dover faticare per nutrirsi. Spesso agita le ali perché lo vede fare dagli altri pennuti, ma non prova mai a spiccare il volo. Katrina si è messa in testa di insegnargli a volare, ma Gareth ha paura, anzi, dice Katrina che «è terrorizzato dall’altezza. Quando lo metto sul tetto del pollaio perché si involi urla e strepita finché non lo tiro giù. Ho provato allora a incoraggiarlo a fare qualche voletto sull’aia, ma al massimo svolazza per un paio di metri, poi torna a terra subito e se per caso atterra su qualcosa che sia a più di un metro dal suolo urla fino a quando non vado a soccorrerlo. Più o meno come farebbe una gallina, suo modello di riferimento».

La lettura di questa singolare storia ha fatto decollare il mio pensiero e ho immaginato che sarebbe fantastico poter convincere Gareth a vincere la paura e a farsi affascinare dal volo in una maniera un po’ insolita, un po’ impossibile per la verità,. ma volare con la fantasia non costa nulla e possiamo farlo. L’idea sarebbe di fargli leggere un paio di libri sull’argomento… ma sì, chissà cosa penserebbe leggendo il famoso racconto di Luis Sepúlveda intitolato Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare. Nella storia una gabbiana, che ha le piume color argento proprio come Gareth, mentre si tuffa nel mare del Nord per cibarsi di aringhe, viene travolta da una macchia di petrolio. Riesce a fatica a spiccare il suo ultimo volo verso terra per finirlo atterrando, anzi sarebbe meglio dire cadendo, vicino a Zorba, un gatto del porto. Mentre sta morendo riesce a deporre un uovo e a farsi promettere dal nero micione che non solo non mangerà l’uovo, ma che se ne prenderà cura finché non nascerà il piccolo e che poi gli insegnerà a volare. Zorba la crede pazza, ma promette. Nasce Fortunata, una piccola gabbianella che scambia il gatto per la sua mamma. Si crede di essere un gatto, vive e cresce fra i suoi amici gatti del porto, ma lei è una gabbiana e Zorba ha promesso di insegnarle a volare perché quello è il suo destino, la sua grande opportunità, dunque lei volerà. Servirà l’aiuto di altri amici, come quello di Segretario, un gatto romano al servizio di Colonnello che è un’autorità fra i gatti del porto, colui che ha sempre il consiglio giusto da dare, poi di Sopravento, un gatto di mare che vive su una draga, e di Diderot, un gatto “enciclopedico” perché consulta sempre l’enciclopedia per sapere cosa c’è da fare in ogni occasione. Così Zorba e gli altri iniziano la non facile impresa di mantenere la promessa.

Leggere ciò che segue per Gareth sarebbe molto istruttivo: «“Il volo consiste nello spingere l’aria indietro e in basso. Ottimo! Sappiamo già qualcosa di importante” sussurrava Diderot con il naso infilato fra le pagine. “E perché devo volare?” strideva Fortunata con le ali ben strette al corpo. “Perché sei una gabbiana e i gabbiani volano” rispondeva Diderot. “Mi sembra terribile, terribile! che tu non lo sappia”. “Ma io non voglio volare. Non voglio nemmeno essere un gabbiano” replicava Fortunata. “Voglio essere un gatto e i gatti non volano” […] “Sei una gabbiana […] Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall’uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l’affetto tra esseri completamente diversi”. “Volare mi fa paura” stridette Fortunata alzandosi. “Quando succederà, io sarò accanto a te” miagolò Zorba leccandole la testa. “L’ho promesso a tua madre” […] “Prima di iniziare rivediamo per l’ultima volta gli aspetti tecnici” miagolò Diderot. Dalla cima di una libreria Colonnello, Segretario, Zorba e Sopravento osservavano attentamente quello che accadeva in basso. Giù c’erano Fortunata, in piedi in fondo a un corridoio che avevano denominato pista di decollo, e Diderot, chino all’altro capo del corridoio sul dodicesimo volume, corrispondente alla lettera L, dell’enciclopedia. Il libro era aperto su una delle pagine dedicate a Leonardo da Vinci, dove si vedeva un curioso aggeggio battezzato ‘macchina per volare’ dal grande maestro italiano. “Per favore, prima di tutto controlliamo la stabilità dei punti d’appoggio a e b” ordinò Diderot. “Prova punti d’appoggio a e b” ripeté Fortunata saltando prima sulla zampa sinistra e poi sulla destra. “Perfetto. Ora controlleremo l’estensione dei punti c e d” miagolò Diderot, che si sentiva importante come un ingegnere della nasa. “Prova estensione punti c e d” obbedì Fortunata spiegando entrambe le ali. “Perfetto! Ripetiamo tutto daccapo” ordinò Diderot. “Per i baffi del rombo! Falla volare una buona volta!” esclamò Sopravento. “Le ricordo che sono il responsabile tecnico di volo!” ribatté Diderot. “Tutto deve essere adeguatamente controllato, altrimenti le conseguenze potrebbero essere terribili per Fortunata. Terribili!”. “Ha ragione. Lui sa quello che fa” commentò Segretario. […] Fortunata era lì, in procinto di tentare il suo primo volo, perché durante l’ultima settimana si erano verificati due episodi grazie ai quali i gatti avevano capito che la gabbiana voleva volare, anche se nascondeva molto bene il suo desiderio».

La gabbianella infatti un pomeriggio aveva ammirato dei gabbiani bellissimi che volavano elegantemente in cielo e senza accorgersene stava spiegando le ali. Poi un altro giorno Sopravento stava raccontando una delle sue storie di mare e parlando di uno stormo di gabbiani disse «Non c’è uccello che sappia volare meglio di un gabbiano» mentre Fortunata «lo ascoltava con gli occhi spalancati».

Ma torniamo a leggere del primo volo della gabbianella: «“Vuoi volare, signorina?” indagò Zorba. Fortunata li guardò a uno a uno prima di rispondere. “Sì. Per favore, insegnatemi a volare” […] Attendevano quel momento da molto tempo. Con tutta la pazienza che contraddistingue i gatti, avevano aspettato che la gabbianella comunicasse loro il suo desiderio di volare, perché grazie a un’ancestrale saggezza capivano che volare è una decisione molto personale. E il più felice di tutti era Diderot, che ormai aveva trovato i fondamenti del volo nel dodicesimo volume,  lettera L, dell’enciclopedia, e che perciò si era assunto l’incarico di dirigere le operazioni. “Pronta al decollo!” miagolò Diderot. “Pronta al decollo!” annunciò Fortunata. “Inizi a rollare sulla pista spingendo indietro il suolo con i punti di appoggio a e b” ordinò Diderot. Fortunata venne avanti, ma lentamente, come se avanzasse su pattini male oliati. “Maggiore velocità!” reclamò Diderot. La giovane gabbiana accelerò un po’. “Ora allunghi i punti c e d!” istruì Diderot. Fortunata spiegò le ali mentre avanzava. “Ora sollevi il punto e !” comandò Diderot. Fortunata alzò le piume della coda. “E ora muova dall’alto in basso i punti c e d spingendo l’aria verso terra, e contemporaneamente ritiri i punti a e b!” spiegò Diderot. Fortunata batté le ali, ritrasse le zampe, si innalzò di un paio di centimetri, e subito ricadde come un sacco di patate. Con un balzo i gatti scesero dalla libreria e corsero da lei. La trovarono con gli occhi pieni di lacrime. “Sono una buona a nulla! Sono una buona a nulla!” ripeteva sconsolata. “Non si vola mai al primo tentativo, ma ci riuscirai. Te lo prometto” miagolò Zorba leccandole la testa. Diderot cercava di trovare l’errore guardando e riguardando la macchina del volo di Leonardo. Fortunata tentò di spiccare il volo diciassette volte, e per diciassette volte finì a terra dopo essere riuscita a innalzarsi solo di pochi centimetri. Diderot, più magro del solito, si era strappato i baffi a uno a uno dopo i primi dodici fallimenti, e con tremanti miagolii cercava di scusarsi. “Non capisco. Ho esaminato la teoria del volo con grande cura, ho messo a confronto le istruzioni di Leonardo con tutto quello che è riportato nella parte dedicata all’aerodinamica, volume primo, lettera A, dell’enciclopedia, eppure non ci siamo riusciti. È terribile! Terribile!” […] Dopo l’ultimo insuccesso, Colonnello decise di sospendere gli esperimenti, perché la sua esperienza gli diceva che la gabbianella iniziava a perdere fiducia in se stessa, e questo era molto pericoloso se davvero voleva volare. “Forse non può farcela” dichiarò Segretario. “Forse ha vissuto troppo tempo con noi e ha perso la capacità di volare”. “Se si seguono le istruzioni tecniche e si rispettano le leggi dell’aerodinamica, volare è possibile. Non dimenticate che è tutto scritto nell’enciclopedia” ribatté Diderot. “Per la coda della razza!” esclamò Sopravento. “È una gabbiana e i gabbiani volano!”. “Deve volare. L’ho promesso a sua madre e a lei. Deve volare” ripeté Zorba. “E la tua promessa impegna anche tutti noi” ricordò Colonnello. “Riconosciamo che non siamo capaci di insegnarle a volare e che dobbiamo chiedere aiuto fuori dal mondo dei gatti” suggerì Zorba.».

Chiedono dunque aiuto a un umano, quello con cui vive Bubulina, una gatta bianca e nera che ama trascorrere il suo tempo in mezzo ai vasi di fiori su una terrazza, dove l’uomo «si piazzava davanti a una macchina da scrivere. Era un umano strano, che a volte rideva dopo aver letto quello che aveva appena scritto, e a volte appallottolava i fogli senza nemmeno guardarli. La sua terrazza era sempre inondata da una musica dolce e malinconica che faceva assopire Bubulina e suscitava profondi sospiri nei gatti che passavano da lì. “L’umano di Bubulina? Perché proprio lui?” chiese Colonnello. “Non lo so. Quell’umano mi ispira fiducia” ammise Zorba. “L’ho sentito leggere quello che scrive. Sono belle parole che rallegrano o rattristano, ma non mancano mai di provocare piacere e desiderio di continuare ad ascoltare”. “È un poeta! Si chiama poesia quello che fa. Sedicesimo volume, lettera P, dell’enciclopedia” dichiarò Diderot. “E cosa ti fa pensare che quell’umano conosca il volo?” volle sapere Segretario. “Forse non sa volare con ali d’uccello, ma ad ascoltarlo ho sempre pensato che voli con le parole” rispose Zorba».

Ci avviciniamo al momento cruciale della storia e secondo me Gareth a questo punto sarebbe davvero molto coinvolto e curioso di sapere come andrà a finire. L’umano accetta di aiutare la gabbianella a volare e legge a Zorba alcuni versi di una poesia dello scrittore spagnolo Bernardo Atxaga, intitolata I gabbiani. Ma il loro piccolo cuore / – lo stesso degli equilibristi – / per nulla sospira tanto / come per quella pioggia sciocca / che quasi sempre porta il vento / che quasi sempre porta il sole.

069766c550b324cd1ece7c5fa10e6591.jpgDi notte accompagna quindi Zorba e Fortunata in cima a un campanile, il campanile di San Michele, in una notte piovosa, ad Amburgo. «“Ho paura” stridette Fortunata. “Ma vuoi volare, vero?” miagolò Zorba. Dal campanile di San Michele si vedeva tutta la città. La pioggia avvolgeva la torre della televisione, e al porto le gru sembravano animali in riposo. […] “Ho paura! Mamma!” stridette Fortunata. Zorba saltò sulla balaustra che girava attorno al campanile. In basso le auto sembravano insetti dagli occhi brillanti. L’umano prese la gabbiana tra le mani. “No! Ho paura! Zorba! Zorba!” stridette Fortunata beccando le mani dell’uomo. “Aspetta. Posala sulla balaustra” miagolò Zorba. “Non avevo intenzione di buttarla giù” disse l’umano. “Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. È acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali” miagolò Zorba. La gabbianella spiegò le ali. I riflettori la inondavano di luce e la pioggia le copriva di perle le piume. L’umano e il gatto la videro sollevare la testa con gli occhi chiusi. “La pioggia. L’acqua. Mi piace!” stridette. “Ora volerai” miagolò Zorba. “Ti voglio bene. Sei un gatto molto buono” stridette Fortunata avvicinandosi al bordo della balaustra. “Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo” miagolò Zorba. “Non ti dimenticherò mai. E neppure gli altri gatti” stridette lei già con metà delle zampe fuori dalla balaustra, perché come dicevano i versi di Atxaga, il suo piccolo cuore era lo stesso degli equilibristi. “Vola!” miagolò Zorba allungando una zampa e toccandola appena. Fortunata scomparve alla vista, e l’umano e il gatto temettero il peggio. Era caduta giù come un sasso. Col fiato sospeso si affacciarono alla balaustra, e allora la videro che batteva le ali sorvolando il parcheggio, e poi seguirono il suo volo in alto, molto più in alto della banderuola dorata che corona la singolare bellezza di San Michele. Fortunata volava solitaria nella notte amburghese. Si allontanava  battendo le ali con energia fino a sorvolare le gru del porto, gli alberi delle barche, e subito dopo tornava indietro planando, girando più volte attorno al campanile della chiesa. “Volo! Zorba! So volare!” strideva euforica dal vasto cielo grigio. L’umano accarezzò il dorso del gatto. “Bene, gatto. Ci siamo riusciti” disse sospirando. “Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante” miagolò Zorba. “Ah sì? E cosa ha capito?” chiese l’umano. “Che vola solo chi osa farlo” miagolò Zorba. “Immagino che adesso tu preferisca rimanere solo. Ti aspetto giù” lo salutò l’umano. Zorba rimase a contemplarla finchè non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad annebbiare i suoi occhi gialli di gatto nero grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto.»

ee9ce5bd41e8994b0b729d6bb89b3844.jpgAh, se Gareth leggesse questa storia! Sono sicura che vincerebbe la paura e proverebbe a volare senza perdere un solo attimo a imitare ancora galline e papere. E poi… e poi dopo, una volta imparato a volare, sarebbe pronto per leggere un’altra storia di gabbiani scritta da Richard Bach che oltre che scrittore è anche pilota dell’Aeronautica Militare statunitense e pratica il volo acrobatico. Negli anni Settanta ha scritto un libro intitolato Il gabbiano Jonathan Livingston, che viene così presentato: «Jonathan Livingston è un gabbiano che abbandona la massa dei suoi simili per i quali il volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo e impara a eseguire il volo come atto di abilità e intelligenza, nobile ricerca di perfezione e fonte di gioia. Diventa così un simbolo, la guida ideale di chi prova un piacere particolare nel far bene le cose cui si dedica, di chi ha la forza interiore di seguire le sue convinzioni, di chi cerca il significato della propria esistenza liberandosi dai pregiudizi del gruppo e dall’ottusità delle convenzioni sociali. E con Jonathan il lettore viene trascinato in un’entusiasmante avventura di volo, di aria pura, di libertà».

Figuriamoci poi se il lettore ha le ali come Gareth! Potrebbe davvero non perdersi l’occasione splendida che ha di spiccare il volo come la gabbianella e di appassionarsi alla perfezione come il gabbiano Jonathan per il quale il volo è bellezza, libertà, un modo per elevarsi e distinguersi dalla banalità della massa. È straordinaria la storia di questo gabbiano, un racconto breve, molto semplice nello stile, ma intenso, e dedicato dall’autore «al vero Gabbiano Jonathan che vive nel profondo di noi tutti». Inizia così: «Era di primo mattino e il sole appena sorto luccicava tremolando sulle scaglie del mare appena increspato. A un miglio dalla costa un peschereccio arrancava verso largo. E fu data la voce allo Stormo. E in men che non si dica tutto lo Stormo Buonappetito si adunò, si diedero a giostrare ed accanirsi per beccare qualcosa da mangiare. Cominciava così una nuova dura giornata. Ma lontano di là solo soletto, lontano dalla costa e dalla barca, un gabbiano si stava allenando per suo conto: era il gabbiano Jonathan Livingston. Si trovava a una trentina di metri d’altezza: distese le zampette palmate, aderse il becco, si tese in uno sforzo doloroso per imprimere alle ali una torsione tale da consentirgli di volare lento. E infatti rallentò tanto che il vento divenne un fruscio lieve intorno a lui, tanto che il mare ristava immoto sotto le sue ali. Strinse gli occhi, si concentrò intensamente, trattenne il fiato, compì ancora uno sforzo per accrescere solo… d’un paio… di centimetri… quella… penosa torsione e… D’un tratto gli si arruffano le penne, entra in stallo e precipita giù. I gabbiani, lo sapete anche voi, non vacillano, non stallano mai. Stallare, scomporsi in volo, per loro è una vergogna, è un disonore. Ma il gabbiano Jonathan Livingston – che faccia tosta, eccolo là che ci riprova ancora, tende e torce le ali per aumentarne la superficie, vibra tutto nello sforzo e patapunf stalla di nuovo – no, non era un uccello come tanti.  La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo. Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli. E anche i suoi genitori erano afflitti a vederlo così: che passava giornate intere tutto solo, dietro i suoi esperimenti, quei suoi voli planati a bassa quota, provando e riprovando. Non sapeva spiegarsi perché, ad esempio, quando volava basso, sull’acqua, a un’altezza inferiore alla metà della sua apertura alare, riusciva a sostenersi più a lungo nell’aria e con meno fatica. Concludeva la planata, lui, mica con quel solito tuffo a zampingiù nel mare, bensì con una lunga scivolata liscia liscia, sfiorando la superficie con le gambe raccolte contro il corpo, in un tutto aerodinamico. […] Eccolo a circa trecento metri d’altezza che, battendo le ali a più non posso, si butta in picchiata: una picchiata vertiginosa verso le onde. A questo punto capisce perché ai gabbiani questa manovra, a tutta velocità, non può riuscire. In appena sei secondi, uno tocca le settanta miglia all’ora: velocità alla quale l’ala d’un uccello non è più stabile, nella fase ascendente. Ci si era provato più volte, ma sempre con lo stesso risultato. Pur mettendoci il massimo impegno, perdeva sempre il controllo, a una velocità così elevata. Saliva a quota trecento. Avanti dritto, a tutta birra, prima. Poi scivolata d’ala. E giù in picchiata. Niente! Ogni santa volta l’ala sinistra andava in stallo nella fase ascendente, lui veniva spostato con violenza a mano manca, stallava con la destra per cercare di riprendersi e, trac, cadeva in vite. Non riusciva a metterci sufficiente attenzione, al momento in cui dava quel colpo d’ala ascendente. Dieci volte ci aveva provato e ogni volta, appena toccate le settanta miglia orarie, si trasformava in una trottola di penne e, perduto il dominio dell’aria, tonfava nell’acqua. Il trucco – gli balenò alla fine in mente, quand’era ormai fradicio – consiste nel tenere le ali ferme. Sì: remeggiare finché non sei sulle cinquanta miglia, poi tener salde le ali. Salì a quota seicento e riprovò. Si buttò in picchiata, becco diritto in giù, ali tutte aperte, appena toccate le cinquanta, spiegate e ferme. Occorreva una forza tremenda, ma il trucco riusciva. Nello spazio di dieci secondi, era sfrecciato a novanta miglia l’ora. Jonathan aveva stabilito il record mondiale di velocità dei gabbiani! Ma il suo record fu di breve durata. Nell’istante in cui s’accinse a risalire, nell’istante in cui mutò l’angolazione delle ali, perse disastrosamente il controllo, frullò e divenne un turbinio di penne. Come prima: solo che, a novanta, fu un effetto-dinamite. E Jonathan esplose in aria. Piombò in mare. In un  mare duro come il granito. Quando tornò in sé, era buio da un bel pezzo. Galleggiava cullato dalla maretta, sulla scia del chiardiluna. Si sentiva le ali sbrindellate pesanti come piombo, ma più ancora gli pesava il fallimento. […] A fatica si tirò fuori dall’acqua e si diresse mestamente verso terra. Meno male che aveva imparato a volare a bassa quota, il che gli consentiva un risparmio di energie».

1aa91cfc4ce3e9386929756a2bc9920f.jpgUn po’ scoraggiato, Jonathan vola nella notte col proposito di tornare ad essere un gabbiano come tutti gli altri, ma gli pare di udire una voce: «Pòsati! I gabbiani non volano al buio! Se fossi nato anche tu per volare di notte, avresti gli occhi come una civetta! Una bussola avresti, per cervello! Avresti l’ala corta del falcone! Librato nelle tenebre, lassù, il gabbiano Jonathan, a questo punto, batté gli occhi. La fatica svanì, svanì il dolore, e anche i buoni propositi svanirono. L’ala corta. Le ali corte di un falco! Ecco la soluzione. Che sciocco a non averci pensato prima! Quello che occorre è solo un’ala corta: e, allora, basterà che io tenga raccolte le mie ali, che le tenga ritirate, quasi del tutto, e che ne adopri soltanto le estremità. Ali corte! Si portò subito a seicento metri di quota, sopra il mare di pece e, senza star lì a pensare un momento che poteva fallire, anche morire, portò le ali ad aderire saldamente al corpo, lasciando tese al vento solo le strette estremità di esse, a mo’ di alettoni, e si gettò in picchiata. Il vento gli intronava nella testa con un fragore spaventoso. Settanta miglia all’ora, novanta, centoventi, e ancora, ancora. Più forte. A centoquaranta miglia l’ora la tensione dell’ala era inferiore a quella di prima a settanta, e bastò una leggerissima torsione per uscire di picchiata e saettare verso il cielo alto, grigio bolide sotto il chiardiluna. Raggrinzì gli occhi a fessura, nel vento, e il suo cuore esultava. Centoquaranta miglia all’ora! Senza dare una sbandata! E se mi tuffo non da cinquecento ma da mille metri e più, chissà a che velocità… […] Al levar del sole, Jonathan era di nuovo là che si allenava. Visti da mille e più metri, i pescherecci sembravano scagliuzze nella glauca distesa delle acque, lo Stormo Buonappetito come un indistinto nugolo di volteggianti atomi di polvere. Lui si sentiva vivo come non mai, e fremente di gioia, fiero di aver domato la paura. Poi, senza indugio alcuno, si attillò le ali al corpo, protendendo solo i sòmmoli angolati, e si scagliò dall’alto a capofitto. Percorsi circa trecento metri, aveva già raggiunto la velocità-limite: il vento adesso era una solida barriera pulsante, da sfondare, non poteva darci dentro più forte. Stava volando a perpendicolo a ben duecento e quattordici miglia all’ora. Deglutì. Se gli si spalancano le ali, addio, di lui non rimarrà che un milione di pezzetti di gabbiano. Ma la velocità era potenza, era gioia, era bellezza. A quota trecento iniziò la richiamata: l’estremità sporgente delle ali tagliava il vento con un fruscio sordo e pareva prossima a schiantarsi, lui era una meteora e la barca e lo sciame dei gabbiani, sul piano inclinato del mare, apparivano sempre più grossi, sulla sua traiettoria di volo. Non poteva fermarsi. E nemmeno di virare era capace, a quella velocità. Collisione uguale morte. Istantanea. Allora chiuse gli occhi. Così accadde che, quella mattina, poco dopo il levar del sole, il gabbiano Jonathan Livingston passò come una saetta nel bel mezzo dello Stormo Buonappetito, a duecento e dodici miglia orarie, a occhi chiusi, proiettile pennuto e sibilante. Il Gabbiano della Fortuna gli fu benigno, per quella volta. Non ci furono morti. Quando cominciò a riprendere quota, filava ancora alla bellezza di centosessanta miglia all’ora. Quand’ebbe rallentato sulle venti, e finalmente riapri le ali, il peschereccio era una mollica laggiù, sul mare, a più di mille metri sotto di lui. Ebbe un moto di trionfo. Aveva toccato il limite estremo della velocità! Un gabbiano a duecentoquattordici miglia orarie! Era un primato che segnava una data, era il momento più fulgido nella storia dello Stormo, e per il gabbiano Jonathan da quel momento si dischiudevano orizzonti nuovi. Si portò a un’altezza di duemila e cinquecento metri – nella plaga remota prescelta per le sue esercitazioni – e, retratte le ali per un nuovo spettacoloso tuffo, si accinse senza porre tempo in mezzo a imparare la virata. Una singola penna del sòmmolo – scoprì – mossa d’una frazione di centimetro, permette di effettuare un’ampia scorrevole virata, a folle velocità. Prima di arrivarci, però, scoprì a sue spese che, a muoverne più d’una delle penne, schizzi via a vortice come una palla di fucile… Sicché Jonathan fu anche il primo uccello che eseguì voli acrobatici. Non perse tempo, quel giorno, a parlare con gli altri gabbiani, ma seguitò a volare solitario fin a dopo il tramonto. E scoprì la gran volta, la vite orizzontale, la virata imperiale, la scampanata, la gran volta rovesciata. Quando il gabbiano Jonathan tornò presso lo Stormo, sulla spiaggia, era ormai notte fonda. La testa gli girava, era stanchissimo. Tuttavia, tanto era allegro che compì una gran volta e una fulminea vite orizzontale prima di toccar terra. Quando lo sapranno – pensava –, quando sapranno delle Nuove Prospettive da me aperte, impazziranno di gioia. D’ora in poi vivere qui sarà più vario e interessante. Altro che far la spola tutto il giorno, altro che la monotonia del tran-tran quotidiano sulla scia dei battelli da pesca! Noi avremo una nuova ragione di vita. Ci solleveremo dalle tenebre dell’ignoranza, ci accorgeremo d’essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi! Impareremo a volare!».                       

1279264c1512f2d0256377e6bd723924.jpgCon grande forza di volontà e coraggio Jonathan riesce a realizzare il suo sogno e con entusiasmo vuole trasmettere anche agli altri la straordinaria bellezza di ciò che ha scoperto. Ma le cose non andranno così e Jonathan sarà cacciato dallo Stormo a causa della sua «temeraria e irresponsabile condotta» e per essere andato contro la tradizione dei gabbiani. Senza dargli modo di spiegarsi viene mandato in esilio sulle Scogliere Remote.

Una vita solitaria alla quale viene condannato dall’Assemblea Generale che impassibile sentenzia: «“…affinché mediti e impari che l’incosciente temerarietà non può dare alcun frutto. Tutto ci è ignoto, e tutto della vita è imperscrutabile, tranne che siamo al mondo per mangiare, e campare il più a lungo possibile.” […] “Non abbiamo più nulla in comune, noi e te” intonarono in coro i gabbiani, e, con fare solenne, sordi alle sue proteste, gli voltarono tutti la schiena. E il gabbiano Jonathan visse il resto dei suoi giorni esule e solo. Volò oltre le Scogliere Remote, ben oltre. Il suo maggiore dolore non era la solitudine, era che gli altri gabbiani si rifiutassero di credere e aspirare alla gloria del volo. Si rifiutavano di aprire gli occhi per vedere. Ogni giorno lui apprendeva nuove cose. Imparò che, venendo giù in picchiata a tutta birra, puoi infilarti sott’acqua e acchiappare pesci più prelibati, quelli che nuotano in branchi tre metri sotto la superficie: non aveva più bisogno di battelli da pesca e di pane raffermo, lui, per sopravvivere. Imparò a dormire sospeso a mezz’aria, dopo aver stabilito alla sera la sua rotta, nel letto della corrente d’un vento fuoricosta, e coprire così un centinaio di miglia dal tramonto all’alba. Con uguale padronanza ora volava attraverso fitti banchi di nebbia sull’oceano, o sennò si portava al di sopra di essi, dove il cielo era limpido e il sole abbagliava… mentre gli altri gabbiani, con quel tempo, se ne stavano appollaiati in terraferma, mugugnando per la pioggia e la foschia. Imparò a sfruttare i venti d’alta quota, e portarsi nell’entroterra, per un bel tratto, e far pranzo con insetti saporiti. Quel che aveva sperato per lo Stormo, se lo godeva adesso da sé solo. Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì ch’erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita d’un gabbiano. Ma, con l’animo sgombro da esse, lui, per lui, visse contento, e visse molto a lungo».

67470141f223dce5c874070950cbeacc.jpgPoi Jonathan volò ancora più in alto nel cielo, fino a raggiungere nuove dimensioni, altri livelli di volo, nuovi traguardi da raggiungere con un nuovo corpo e nuove ali che rendevano meno faticoso e molto più veloce il suo volare. In quel nuovo mondo chiese agli altri gabbiani che vi trovò se quello fosse il paradiso, e il più anziano gli rispose: «“Non si finisce mai d’imparare Jonathan”. “Ma allora, dopo qui, cosa ci aspetta? Dove andremo? E un posto come il paradiso c’è o non c’è?”. “No, Jonathan, un posto come quello, no, non c’è. Il paradiso non è mica un luogo. Non si trova nello spazio, e neanche nel tempo. Il paradiso è essere perfetti.” Tacque un minuto e poi: “Tu sei uno che vola velocissimo, nevvero?”. “Mi… mi piace andare forte” disse Jonathan, preso alla sprovvista, ma fiero che l’Anziano se ne fosse accorto. “Raggiungerai il paradiso, allora, quando avrai raggiunto la velocità perfetta. Il che non significa mille miglia all’ora, né un milione di miglia, e neanche vuol dire volare alla velocità della luce. Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità perfetta, figlio mio, vuol dire solo esserci, esser là”».                  

ed00ac4197f85e4a522e68eeba9c0e4e.jpgDunque Jonathan passò del tempo, o qualcosa che sembrava essere tempo, a fare incredibili progressi a volare in quel nuovo modo, concentrandosi col pensiero per trasferirsi in un altro spazio e in un altro tempo finché ebbe la consapevolezza di non avere più un corpo di gabbiano, «di non essere di carne e ossa e penne, ma un’idea: senza limiti né limitazioni, una perfetta idea di libertà».

Tornando al nostro timoroso e pigro gabbianello Gareth, cosa potremmo augurargli? L’impresa di imparare a leggere forse è davvero troppo ardua, direi impossibile, almeno finché si tratta di libri di carta scritti dagli umani. Ma chissà, magari un giorno, all’improvviso, vedrà volare un suo simile e supererà la paura come la gabbianella Fortunata, e poi potrebbe ammirare il volo di un gabbiano speciale come Jonathan, e forse per lui sarà come leggere qualcosa nel cielo, un libro scritto nell’aria da ali perfette. E allora gli auguriamo di capirlo, di rimanere affascinato dalla bellezza e dalla poesia dello sfogliare di quelle pagine e di imparare a volare nella luce e nel calore del sole, nell’aria fresca, nella pioggia, nel vento… di volare bene, veloce, sempre più in alto, libero e felice. Coraggio Gareth! Vola!

86a4e3bf6a7eb4b133fc20955a47f9fc.jpg

I brani citati nel testo sono tratti da:

Cristina Nadotti, Il gabbianello che credeva di essere papero, in «Il Venerdì di Repubblica», n° 956, 14.7.2006, pp. 76-79

Luis Sepúlveda, Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare, Salani Editore, 1998  

Richard Bach, Il gabbiano Jonathan Livingston, Biblioteca Universale Rizzoli, 2004

Inoltre, anche come accompagnamento musicale alla lettura, vi segnalo:

www.ilvolodeigabbiani.itwww.aurorablu.it/libri/gabbiano_jonathan.htm

Volo I-2029 pronto al decollo. Precedenza assoluta.

A cominciare dal titolo, che è lo stesso che ho voluto dare a questo post, mi ha colpita un articolo che ho letto sul n° 555 del 30.6.2007 del settimanale cartaceo «D-La Repubblica delle Donne» consultabile anche in rete da pag. 30 a pag. 38 su http://periodici.repubblica.it/d/?num=555.  

Citandone per correttezza la fonte e la paternità (testo di Fabrizio Ravelli e foto di Massimo Berruti), lo riporto qua sul mio blog. Forse avrei dovuto inserirlo nella categoria L’edicola di Riccarda, ma visto che parla di volo ho preferito ospitarlo qua.

 

Nelle prime pagine il testo si fa un po’ attendere… forse perché è bene prima meditare su alcune immagini… e l’articolo inizia mostrando questa foto…

0326c468c3a16b2f744014cb41d30fd0.jpg

Il testo della didascalia è il seguente: «31° Stormo – Non trasportano soltanto le massime autorità di Stato (e il Papa). Sono sempre in allerta. Per chi ha bisogno di un trapianto. Per chi è in pericolo di vita. Un giorno (e una notte) in viaggio con i soldati volanti della nostra Aeronautica. Tra civili in barella, prese per l’ossigeno, culle termiche. Umanità e compassione».

 

Poi prosegue mostrando altre immagini in bianco e nero…

60773613fff7729019e33d3deb8af606.jpg

Due le didascalie. A sinistra: «Missioni umanitarie, emergenze sanitarie: si vola a qualunque ora del giorno e della notte. In Italia e all’estero. Qui sopra, uno degli aerei del 31° Stormo in fase di atterraggio. Nella pagina a fianco, il capo equipaggio, capitano Fabio Caputo, in attesa del trasbordo di un paziente dall’ambulanza». A destra: «Anche l’aereo del governo italiano che sta per arrivare da Ciampino si fa da parte. E lascia passare il Falcon 50. Per una volta la signora Rosa di San Giovanni Rotondo, diretta a Verona dove l’attende un nuovo fegato, è più importante del signor ministro».

 

E un’altra foto molto toccante…

ac82afcc5ed1ae70f6a3aa2b78ccb0eb.jpg

… con queste didascalie: «Sulle barelle viaggiano uomini privi di conoscenza. Donne che non hanno mai volato in vita loro. Bambini minuscoli e trasparenti. E neonati chiusi in incubatrici. I soldati volanti non si adeguano a questo mestiere per necessità: ne sono entusiasti. Una piccola sofferente di cuore attende il decollo del Falcon. Il lavoro del 31° Stormo si alimenta di contrasti. Monitor fantascientifici e poveri fagotti di biancheria. Marescialli in tuta di volo tappezzata di stemmi che porgono un bicchier d’acqua. Corpi atletici addestrati, corpi piegati dalla malattia».

 

E ancora altre immagini “operative”…

367296d33f9dc34fbc4b4607431d98cb.jpg

Descritte così: «In mezz’ora il volo è pronto al decollo. A gestire l’attività, un software: il computer manda sms sui telefoni degli uomini a disposizione. Si preparano i piani di volo, si ritirano i rapporti meteo. Ore 15.15. Doppio incarico. Un paziente Olbia-Pisa. E un Ipv Foggia-Linate. Ipv significa “imminente pericolo di vita”. Cliccano i nominativi degli equipaggi a disposizione. Il computer manda sms ai loro telefoni. Riceve conferma. Alle 17 si decolla».

 

Dopo aver meditato sulle foto inizia il testo che riporto integralmente qua di seguito.

 

La signora Rosa, con la cintura di sicurezza che stringe la vestaglia, ha gli occhi sofferenti di chi non vuol mollare. Questo è l’ultimo tentativo. Il Falcon 50 fila a 900 chilometri orari verso Verona. Non c’è mai tempo da perdere, su questi voli. Lei stringe i braccioli rivestiti in pelle e con la testa indica i militari dell’equipaggio: «Sono bravi, loro». Pronuncia una frase che potrebbe figurare sullo stemma del reparto: «Se decidono, non conoscono ostacoli». L’assistente di volo, il maresciallo Cosimo Picazio, sorride. Le sta intorno con premura, l’aiuta a sollevare i piedi, sistema le ciabatte sulla moquette.

Non risparmiano i sorrisi e i gesti affettuosi, questi soldati. Ce n’è bisogno, quando si vola verso una possibile salvezza, con un carico di sofferenza e speranza, con i minuti contati.

La signora Rosa vola verso un trapianto di fegato, su a Verona. L’hanno caricata in ambulanza a San Giovanni Rotondo, all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, quello voluto da Padre Pio. Di corsa fino a Foggia, aeroporto civile “Gino Lisa”. Ha voluto scendere dalla barella, salire con le sue gambe la scaletta del Falcon: «Sì, ce la faccio da sola». La figlia Valentina che le dava il braccio. Il medico Pasquale Conoscitore con la cartella degli esami. Il capitano Luigi Tancredi ha girato la prua verso la pista di decollo e ha dato potenza ai tre motori jet.

Non molti sanno che a Ciampino c’è il 31° Stormo dell’Aeronautica Militare, e che il lavoro dei suoi uomini non è soltanto quello di trasportare in giro per il mondo le massime autorità di Stato e anche il Papa. Che già sarebbe un compito parecchio delicato, e riservato. Ma ci sono anche i voli di emergenza sanitaria, le missioni di soccorso come questa Roma-Foggia-Verona. Trasporto di cittadini in pericolo di vita o di organi per trapianti, recupero di militari feriti all’estero. Voli-ambulanza, precedenza assoluta. Anche l’aereo di Stato che sta per decollare da Ciampino si fa da parte, lascia passare il Falcon 50. Per una volta, la signora Rosa Pisicchio è più importante del signor ministro. Per questi voli a Ciampino c’è sempre un aereo pronto, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Un Falcon 50, tre motori jet, nove posti a sedere, può montare una o due barelle, sette ore di autonomia. O un Falcon 900 Easy, più moderno e capiente, con un sollevatore per barelle, prese per ossigeno e per culle termiche, maggiore autonomia di volo. «Il meglio che c’è in circolazione al mondo, per questi impieghi», riassume il maggiore Alessandro Tortorella, responsabile del Boc (il centro operativo di base). Che spiega anche come vengono disposti i voli sanitari di emergenza: «L’ospedale segnala il caso alla prefettura, che chiama l’ufficio voli della presidenza del Consiglio, che a sua volta trasmette la richiesta allo Stato maggiore dell’Aeronautica. Sembra complicato, ma avviene in pochi minuti».

Ci sono sempre due equipaggi a disposizione, pronti a partire con un preavviso massimo di due ore. A volte per missioni complicate: «Nel marzo scorso siamo andati fino a Sydney, in Australia, a prendere un uomo gravissimo», racconta il capitano Federico Merola. «Tre equipaggi a staffetta, soste solo per rifornimento, 44 ore di volo fra andata e ritorno. Un’altra volta a Kinshasa, in Congo, e una volta in Honduras». Spesso, il preavviso è molto più breve. Come stavolta, per questo volo verso Foggia. La chiamata arriva alle 12.20, per partire 30 minuti dopo. Il maresciallo Marcello Nobili, tecnico di volo, corre a ispezionare l’aereo pronto in pista. I due piloti – il maggiore Tortorella e il capitano Tancredi – pianificano il volo, consultano il meteo. Il Boc tiene i contatti con gli aeroporti. Quello civile di Foggia ha una pista corta, solo 1.400 metri: «Se possono innalzare subito il livello di assistenza antincendio bene, sennò dobbiamo atterrare altrove». In mezz’ora il volo India 2029 è pronto al decollo. E questa è già una gran bella cosa da vedere. Uomini molto qualificati ed esperti, efficienza militare collaudata, affiatamento, velocità di esecuzione. A qualunque ora del giorno e della notte. I mezzi tecnici e la manutenzione al massimo livello (gli uffici invece piuttosto malconci, i fondi scarseggiano). Ma lo spettacolo migliore è vedere come questa macchina militare si piega a un uso civile così delicato, come questi soldati volanti adattano la loro efficienza rapida e professionale al trasporto di passeggeri che hanno bisogno anche di altro: umanità, gentilezza, compassione. È un mondo maschile che non teme di mostrare delicatezza.

Tutto questo lavoro si alimenta e si arricchisce di contrasti. Aerei tecnologicamente avanzati e uffici disadorni. Poltrone in pelle, moquette, finta radica, maniglie dorate, il look obbligatorio di questi jet executive. E vestaglie, ciabatte, pigiami, pannolini, mutande, lenzuola verdi ciancicate: il look corrente della sofferenza. La corsa quotidiana contro il tempo, e i dieci minuti che un malato può impiegare a salire con fatica la scaletta. Marescialli in tuta di volo tappezzata di stemmi che porgono un bicchier d’acqua o una tazza di tè. Monitor fantascientifici e poveri fagotti di biancheria. Corpi atletici e addestrati, corpi piegati dalla malattia. Sulle barelle dei Falcon viaggiano bambini minuscoli e trasparenti, neonati chiusi in un’incubatrice, uomini privi di conoscenza, donne che non sono mai salite su un aereo in vita loro. I soldati volanti non si adeguano a questo mestiere per necessità e disciplina: ne sono entusiasti. «C’è per tutti una motivazione molto: forte», dice il maggiore Tortorella. «Ed è quella di avere uno scopo concreto, una missione utile, un risultato visibile. Siamo tutti piloti militari. Ma c’è una bella differenza fra l’addestramento continuo sui caccia e questo lavoro. In tempi di pace è una differenza di senso». È questa una nota costante (molto italiana, nel senso migliore) di tanti nostri reparti militari. «Di solito un reparto militare si addestra alla guerra», dice il tenente colonnello Giuseppe Gimondo, comandante del 31° Stormo. «Noi siamo un’anomalia. Il pronto impiego sanitario ci nobilita. Quando sono entrato in Aeronautica avevo timore di quando mi avrebbero ordinato di premere un grilletto. Fortuna ha voluto che finissi in un reparto dove questo problema non esiste. Mi sento profondamente pacifista, e credo lo siano tutti i militari».

Gimondo ci ha messo anche la sua passione per l’informatica. È lui che ha ideato il software con cui si gestisce l’attività dei voli. Ecco, per esempio, che un pomeriggio alle 15.15 arrivano insieme due task, due incarichi. Nella sala operativa del Boc sono di turno i marescialli Marcello Coppola e Fabio Latino. «Un Ipv da Foggia a Linate. Un altro paziente Olbia-Pisa». Ipv significa imminente pericolo di vita. Cliccano sullo schermo i nominativi degli equipaggi a disposizione. Il computer manda sms sui loro telefoni, e riceve la conferma. L’aereo di turno è un Falcon 900 Easy. La pista dell’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia stavolta è troppo corta, il 900 è più pesante del 50. Il maggiore Michele Buccolo, prima di correre a cambiarsi, propone: «Se scaricate duemila libbre di carburante, possiamo provare. Poi ci riforniamo a Linate».

L’altra soluzione è l’aeroporto militare di Amendola, 15 chilometri da Foggia: «Dopo le 12 chiude, adesso vediamo se riescono a richiamare il personale per l’assistenza a terra». Decollo fissato alle 17, la macchina è partita. Contatti con gli aeroporti per le procedure antincendio. Preparazione dei piani di volo. Rapporti meteo da ritirare. Alle 16 arriva una terza richiesta: «Un altro Ipv Catania-Pisa». Da Olbia segnalano che per il paziente, candidato a un doppio trapianto reni-pancreas, attendere il Falcon da Linate sarebbe troppo tardi: gli organi scadono. «Sta per atterrare a Ciampino l’Airbus con il ministro degli Esteri da Belgrado. Potremmo mandare quello». Alla fine, un’altra soluzione: un elicottero da Olbia.

Intanto il Falcon 900 decolla verso l’aeroporto militare di Amendola: volo India 2244, precedenza assoluta come sempre. Trenta minuti di volo, atterraggio alle 17,30. Il maresciallo Giuseppe Caramia, assistente, ha preparato la barella. Il paziente si chiama Sergio Pignonica, “severo scompenso cardiaco refrattario a terapia”. È un uomo magrissimo, 41 anni, di mestiere portinaio. Salgono con lui il cardiologo Vincenzo De Lisi, l’infermiere Vincenzo Di Fiore. La moglie Assunta. Un’altra infermiera, che è la sorella gemella di Pignonica e si chiama Anna: «È successo tutto in un mese, l’hanno ricoverato per ischemia cerebrale, dovuta a problemi cardiaci. Non si riesce a stabilizzare, ecco la necessità del trapianto e l’urgenza del volo. Abbiamo contattato vari centri, il solo a dare la disponibilità è stato il Niguarda di Milano. Grandissimi professionisti».

Un’ora di volo fino a Linate, zona militare. I due marescialli Giuseppe Caramia ed Elio Frison si siedono a fare due chiacchiere coi passeggeri. A Linate mezz’ora di sosta: rifornimento di carburante, e di panini preparati dai colleghi. Poi via di nuovo verso Catania. Caramia distribuisce i panini e commenta: «Sapesse quanto è importante un sorriso, una battuta, una gentilezza in questi voli. Trasportiamo gente che sta male, che è agitata, che ha paura. E anche fra noi dell’equipaggio conta molto saper tenere un clima sereno. Ci facciamo certe nottate in giro…». Per i trapianti partono con l’équipe chirurgica dell’ospedale, che deve fare l’espianto. «A volte in pista ci sono tre o quattro aerei in attesa, il nostro e altri privati. Ognuno aspetta il suo organo. A volta torniamo con un cuore, e ripartiamo a prenderci un rene».

Il Falcon atterra a Catania alle 21.20: stavolta ai comandi c’è il capitano Daniele Rivalta. Alle 21.40 si decolla verso Pisa: chilometri 998, tempo previsto 1 ora e 18 minuti. La signora Maria Contarino, 47 anni, parte per un trapianto di rene e pancreas, il marito Isidoro l’accompagna: vengono da Fiumefreddo. «Mi aspettano entro le 23», dice lei. «Gli organi sono pronti. Devono solo fare il controllo di compatibilità. Se va bene, entro subito in camera operatoria. È un anno che aspetto, questa è la terza volta che ci chiamano. Due viaggi a vuoto, ma stavolta sembra che sarà quella buona». Il suo problema è un brutto diabete giovanile: «Mi ha già rovinato gli occhi, ma quelli li ho operati». Provano a scherzare, lei e il marito, perché una diabetica ha sposato un pasticciere. Alle 22.55 si atterra a Pisa, l’ambulanza è già pronta. Strette di mano, e buona fortuna. Cinque minuti, poi via verso Ciampino: «Fra mezz’ora siamo a casa. Se non arriva un’altra chiamata mentre siamo in volo».

Gli Amici dell’Aviazione

Grazie al mio blog ho conosciuto Clipper, l’Associazione Italiana Amici dell’Aviazione, che mi ha fatto visita fra queste pagine e mi ha lasciato un invito per visitare il suo sito www.airclipper.com, dove fra i numerosi link ha segnalato anche quello della categoria “Volo” di Cristalli di carbonio… grazie! J

Ho il piacere di contraccambiare la gentilezza dedicando a Clipper un intero post per raccontare in sintesi ciò che si può approfondire molto di più visitando il sito.

425cd0ecc7bf31aabad0fb6aeb3b2383.jpgClipper è nata in territorio lombardo nel 1995 da un gruppo di appassionati che condividevano l’interesse per lo sviluppo dell’Aeroporto di Malpensa. Iniziarono così le attività dell’Associazione ritrovandosi lungo le reti di recinzione dei principali aeroporti italiani per scattare foto con particolare interesse per l’aeronautica commerciale, sia per esprimersi in maniera spotteristica al fine di crearsi delle collezioni private, che per scambio e divulgazione.

Oltre all’attività fotografica si è sviluppata l’organizzazione di eventi come convegni, raduni e anche visite ad aerei, aeroporti “interessanti” e aziende aeronautiche con l’obiettivo di riunire gli appassionati dell’aviazione commerciale e di divulgare la cultura del volo in maniera semplice e graduale e quindi accessibile a tutti gli interessati dal punto di vista hobbistico, fotografico e anche tecnico.

Gli aderenti all’Associazione possono inviare foto da pubblicare nella sezione Foto Album suddivise sia per la categoria di velivolo che per il nominativo del fotografo, ma anche articoli e racconti di volo da pubblicare sul Magazine.

La sezione Report attività è ricchissima di eventi dalla nascita di Clipper fino ad oggi e le novità si possono consultare nelle sezioni Novità, Air News e Avvisi. La sezione Schede Aerei raccoglie schede monografiche sugli aerei commerciali con descrizione storica, foto, disegni e informazioni utili.

Non solo volo reale su Clipper ma anche volo virtuale e aeromodellismo. Cliccando QUI possiamo vedere sorprendenti plastici di aeroporti… da non perdere!

Io riuscirò a volare

c29d724e50ba0570a677d1d95d58d654.jpgIo riuscirò a volare è il titolo di un libro che raccoglie favole e storie allegramente illustrate con mille colori e dedicate ai più piccoli. Molti gli autori e tema ricorrente e filo conduttore di testi e immagini è il volo, ma non solo.

La dedica è… a tutte le «stelle» che accendono il cielo… poi seguono alcune pagine dove è disegnato un cielo pieno di stelle, ma più che stelle sembrano dei gradi da pilota che volano, ciascuno con il proprio nome…

Il libro era in vendita il 16 e il 17 giugno in occasione della terza edizione di Cieli Vibranti di Musica e Stelle, iniziativa organizzata dall’Associazione Genitori contro le leucemie e i tumori infantili Noi per Voi – www.noipervoi.org che ha sede presso l’Ospedale Pediatrico A. Mayer, Sezione Onco-Ematologia, a Firenze.

Questa la coloratissima locandina: Locandina Cieli Vibranti 2007.pdf

La presentazione dell’evento: Presentazione.pdf

Il programma delle due giornate: Programma.pdf

L’Associazione è nata nel 1988 e nel 1997 è stata riconosciuta come ONLUS. È una libera associazione di genitori uniti nell’impegno a favore dello sviluppo della ricerca scientifica per migliorare le cure e l’assistenza ai piccoli pazienti affetti da patologie emato-oncologiche.

L’edizione 2007 di Cieli Vibranti di Musica e Stelle ha regalato a molti bambini e alle loro famiglie un paio di splendide giornate sulle colline toscane di Lastra a Signa (Firenze), grazie anche alla disponibilità delle Forze Armate e delle Forze di Polizia che hanno fatto vibrare i cieli con le pale degli elicotteri dei reparti speciali dell’Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Guardia Costiera, Vigili del Fuoco ed altri speciali reparti di volo.

Presenti anche altre attrattive per grandi e piccini come le bancarelle con materiale illustrativo, libri, gadgets, palloncini e aquiloni. Presso gli stand di Noi per Voi, Avis, Croce Rossa Militare, Aeroclub Firenze, Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare, Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia Municipale, Corpo Forestale, Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia sezione di Firenze ecc. si è potuto acquistare un ricordo della giornata devolvendo il ricavato a favore della lotta contro i tumori infantili. Per attività di gioco e animazione itinerante era disponibile anche un Ludobus www.ludobus.it.

Oltre ai vari elicotteri esposti erano su un bel prato a disposizione dei visitatori due elicotteri militari che si potevano perlustrare anche all’interno facendo foto di gruppo con intere famigliole. Un EH 101 della Marina e un CH 47 dell’Esercito. Inoltre un camion del Vigili del Fuoco regalava sullo stesso prato dei giretti ai bambini molto elettrizzati dal fatto di essere a bordo con sirene e lampeggianti accesi. Poco più in là fra le vigne una manica a vento ha avuto il suo bel da fare visto che c’era un discreto venticello, ma non troppo.
24b2685bb80fa23b26ddbec5812c1941.jpgSul prato anche un elicottero civile per far provare l’ebbrezza del volo a chi lo desiderava, anche ai bambini più piccoli purché accompagnati da un adulto.
Si sono prenotati diversi gruppi di 5 passeggeri ciascuno. In uno dei quei gruppi c’ero anch’io insieme a mio figlio. È stato il nostro primo volo in elicottero datato 16 giugno 2007.

Ma prima abbiamo assistito a un passaggio di due Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto… tutti col naso all’insù con fotocamere e telecamere accese… Passaggio Eurofighter.avi

Poco dopo è decollato l’elicottero… Decollo elicottero.avi

Siccome durante il nostro volo non c’erano piccoli a bordo, il maturo pilota, con un’esperienza pluriennale di servizio antincendio in zona, ci ha regalato 90° di virata da brivido! Davvero emozionante!

Adesso un altro tipo di emozione perché voglio trascrivere qui il testo della prima delle venti brevi storielle del libro Io riuscirò a volare. Mi ha particolarmente colpita ed è stato leggendo le sue prime righe che non ho potuto fare a meno di acquistare una copia del libro.

Si intitola La fantasia che hai in te, l’autrice si chiama Anna Maria Cianchi e prendo in prestito le sue belle e semplici parole per congedarmi da voi lettori.

La fantasia che hai in te

Chi non ha sognato di volare? Sogni che tante volte sono sembrati veri, con l’aria fresca sul viso, l’odore forte degli alberi, il brivido della planata e poi su! Ho sognato anche ad occhi aperti nei momenti tristi.

Aprivo grandissime ali, la tristezza se ne andava e sorridevo, lassù, sopra al mondo che non mi piaceva. Tutte le brutture, le ingiustizie, la cattiveria, da lassù proprio non si vedono.

Il volo è fantasia, si può crescere volando, portando noi e gli altri in mondi bellissimi.

Si può volare disegnando, così che i colori e le forme creino realtà nuove nelle quali immaginare storie, oppure scrivere di bambini che volano affrontando grandi imprese eroiche per salvare il mondo dai cattivi.

Si può essere bravi matematici e volare attraverso i numeri in costruzioni complicate ma solide.

Anche un bravo artigiano che con il suo attento lavoro crea piccole e grandi cose, anche lui vola con la fantasia.

Persino la nostra mamma in cucina vola, eh sì. Quando inventa la torta per il nostro compleanno, oppure con fantasia che sembra quasi magia, fa sparire il sapore di quella verdura che non ci piace ma che c’è. Il babbo ci fa volare prendendoci in braccio, che spavento ma che grasse risate! Il babbo vola tutte le volte che ritorna piccino con noi e recita al super eroe, o fa le gare con noi a chi arriva primo e che fiatone!

Anche i nonni volano, si inventano storie tutte le volte diverse ma con particolari sempre più ricchi di colori e tanta avventura. In fondo non è difficile volare stando con i piedi su questa terra.

La fantasia è la ricchezza di ogni bambino. Dobbiamo crescere coltivandola, perché aiuti anche gli altri a volare. Quelli che non sono riusciti, ahimè, a vedere altri colori. Possiamo prenderci per mano e volare tutti insieme, scambiandoci le nostre sensazioni, e ridere, ridere.

La risata del bambino è quanto di più bello al mondo e se non la perdiamo da grandi saremo sempre capaci di capire i bambini.

J

Altre escursioni virtuali

Un passeggero del nostro virtual tour “ha dimenticato” sul suo sedile un messaggio. Una sorta di mappa con le coordinate www.swanair.it. Impossibile resistere alla curiosità di raggiungere il luogo indicato e così l’ho aggiunto al nostro piano di volo e mi sono trovata anche fra le pagine web di una nuova compagnia aerea virtuale: SwanAirthe better way… to virtual fly.

La V.A. offre ai piloti virtuali un’alta fedeltà rispetto alla vita di una compagnia reale, il tutto gratuitamente e con la missione del divertimento e della condivisione di esperienze di volo per chi ama passare il tempo libero dedicandosi a questa passione. Ai nuovi iscritti offre una guida per iniziare a volare e per tutti la possibilità di partecipare agli eventi e di scegliere il velivolo preferito fra una ricchissima flotta per effettuare numerosi voli di linea, charter, cargo, express e special operations, e altri 8 aeromobili SwanAir attendono i piloti nell’Aeroclub.

                                                                                             j

Tra il dire e il volare c’è di mezzo il virtuale – I

 jPRIMA PARTE

22cf0e186deee6a278123882f5a34870.jpgIl 24 giugno 2007 è la data. L’aeroporto virtuale di Roma Fiumicino è la sede. Queste le coordinate spazio-temporali del primo Raduno delle Compagnie Aeree Virtuali Italiane, appuntamento per abili piloti e attenti controllori di volo virtuali.

Ma quante sono le Compagnie Aeree Virtuali? E la simulazione di volo è solo un gioco e un metodo di formazione aeronautica o qualcosa di più?

Se conoscete già le risposte oppure se volete saperne di più, avete la possibilità di fare un viaggio per avere la conferma o scoprire che le Compagnie sono davvero molte e in continua evoluzione e che il volo virtuale è molto di più, spesso il primo passo verso la realizzazione del sogno di volare, ma anche uno strumento di comunicazione intelligente fra chi condivide in amicizia la stessa passione.

Naturalmente il nostro tour nel mondo del volo virtuale sarà in aereo, quindi benvenuti a bordo. Decolleremo fra poco e mentre vi accomodate ai vostri posti alcune comunicazioni di servizio.

Il volo ha sempre affascinato l’uomo e, in un tempo più recente rispetto ai primi pionieri del volo reale, la tecnologia ha permesso di volare anche in maniera virtuale sia a chi ha conoscenze aeronautiche elevate che ai semplici appassionati talvolta alle primissime armi.

9060f424c4562698371fd4393f4ddfad.jpgIl simulatore di volo è usato dall’Aeronautica per l’addestramento dei piloti e lo strumento raggiunge livelli tecnologici e realistici sorprendenti.

Ha dunque un importante valore formativo, ma il volo virtuale è anche un modo per divertirsi, a partire dalle semplici opportunità offerte da un videogioco fino ad arrivare a un realismo non molto diverso da un vero contesto di volo, se non per il “dettaglio” di trovarsi seduto davanti al proprio computer anziché ai comandi di un aereo vero. Inoltre il volo virtuale spesso rappresenta il primo passo verso il volo reale perché non è raro che un pilota virtuale si appassioni talmente al volo da decidere di diventare anche un vero pilota. Viceversa capita che i piloti reali mettano “in gioco” la propria competenza condividendo la passione per il volo con altri amici perché nel tempo la simulazione da solitaria è diventata anche di gruppo ed è possibile volare contemporaneamente e comunicare interagendo online. Spesso questa esperienza condivisa fa nascere dei legami di amicizia che si esprimono anche nella vita reale.

Negli anni, da quando nella seconda metà degli anni ’70 fu realizzato dall’ingegnere americano Bruce Artwick un primo software per “giocare a volare”, il progresso tecnologico ha realizzato sistemi di simulazione di volo con crescente potenzialità e realismo. I più evoluti e famosi sono il diffusissimo Microsoft Flight Simulator, utilizzato anche dall’Aeronautica Militare Italiana e giunto alla sua decima e recente edizione FSX ancor più sofisticata e fedele alla realtà, e X-Plane, approvato dalla FAA – Federazione dell’Aviazione Americana e utilizzato anch’esso per l’addestramento dei piloti e dalle industrie per la progettazione di alcuni prototipi di velivoli. Non si può affermare quale dei due sia effettivamente migliore perché ognuno dà il meglio o mostra i suoi limiti con prestazioni legate anche all’hardware sul quale viene utilizzato, al software aggiuntivo e alle tipologie di velivoli dei quali si intende simulare il volo.

Infatti un sistema può avere caratteristiche tecniche che meglio si adattano alla simulazione di velivoli dell’Aviazione Generale rispetto a quelli dell’Aeronautica Militare, per esempio i jet supersonici,  o viceversa. Ciò che è certo è che sono di base uno diverso dall’altro perché Flight Simulator è programmato per simulare il comportamento di un aereo in volo, qualunque sia la sua forma, raggiungendo performances molto precise con una elaborata programmazione aggiuntiva. Invece X-Plane simula il comportamento di un corpo in un fluido che nel caso del volo è l’aria. Secondo i principi fisici della fluidodinamica vengono simulati i flussi laminari dell’aria sulle superfici geometriche dei velivoli che si muovono quindi a seconda della loro forma. Per vedere i risultati massimi di una tale impostazione matematica occorre un hardware di un certo livello. Ad ogni modo, nei normali computer degli appassionati che scelgono uno o l’altro sistema, o entrambi, si riescono a raggiungere buoni risultati e soprattutto divertenti.

49fede73e0d790a73a23fda0a2e6e4b6.jpgIl simulatore ricrea con elevata fedeltà i velivoli, la strumentazione, gli scenari aeroportuali e geografici, le condizioni meteo e anche le emergenze. Inoltre esistono organizzazioni in grado di ricreare online condizioni di traffico aereo praticamente uguali a quelle reali. Naturalmente maggiore è il realismo e più numerose e complesse sono le regole da rispettare e proprio per questo il volo simulato, specie a livelli elevati, è un ottimo strumento di addestramento oltre che di divertimento intelligente. Il pilota virtuale, detto anche simmer, può raggiungere per gradi competenze e abilità sempre più soddisfacenti, dalle prime impacciate lezioni ai comandi di un Cessna fino a pilotare un aereo di linea che è la copia di quello reale su una tratta di volo realmente esistente rispettando le regole in vigore e, perché no, effettuare acrobazie a bordo di un Tornado, un F-16 o un Eurofighter e, se proprio vogliamo esagerare e puntare in alto, anche in una pattuglia acrobatica come le nostre Frecce Tricolori.c95407085a03c72ff3ed2b4524672b28.jpg

La possibilità di volare insieme in rete ha permesso di comunicare per scambiarsi informazioni e condividere esperienze di volo e ciò ha portato alla nascita di molte Compagnie Aeree Virtuali, dette anche V.A. (Virtual Airlines), che possono essere di fantasia, sia nel nome che nel funzionamento, oppure real related, cioè autorizzate a riprodurre esattamente la flotta e l’attività di compagnie aeree realmente esistenti facendo anche riferimento agli Hub reali (Hub è uno scalo aeroportuale dove si concentra la maggior parte dei voli). Gli iscritti appartengono a varie fasce d’età e sono residenti in molte parti d’Italia e anche all’estero uniti dalla stessa passione e dall’amicizia, con l’unico requisito di possedere un simulatore installato sul proprio computer e alcuni strumenti necessari al suo funzionamento (dalla più semplice tastiera unita al mouse, fino ad accessori più realistici come joystick, cloche, pedaliera ecc.). La comunicazione virtuale di queste community, sia in volo che attraverso forum e mailing list, spesso si trasforma in incontri reali di simmers e piloti veri che si radunano quasi sempre nei pressi di un aeroporto, per volare, parlare di volo, fare nuove amicizie.

Dopo queste comunicazioni introduttive siamo pronti per la nostra navigazione aerea in rete alla scoperta delle principali Compagnie Aeree Virtuali Italiane presenti nel Web. Procediamo alla necessaria check list con gli ultimi controlli mentre ci apprestiamo alla partenza: strumentazione del computer attiva, connessione effettuata, motore di ricerca acceso, controllo funzionamento mouse, cinture di sicurezza allacciate. Iniziamo il rullaggio e ci prepariamo al decollo. Intanto diamo un’occhiata al piano di volo.

a6095c6a23f6f0338a6437fcc285bc2a.jpg

Decolleremo in direzione delle prime tre V.A. che incontreremo, esempi tratti da una lunga serie che sorvoleremo in ordine alfabetico durante il nostro viaggio. I tre esempi introduttivi illustrano caratteristiche alle quali abbiamo in parte accennato e che sono generalmente comuni a moltissime V.A., prima fra tutte la gratuità dell’iscrizione e dello svolgimento delle attività.

Le prime due sono considerate sorelle e con piacere le cito per prime in quanto ne faccio parte ad honorem. La prima all’orizzonte sarà la AirBrixia Virtual Airline, www.airbrixia.com per i naviganti in rete. Nata a Brescia nel 1998 è stata battezzata con il nome latino della città lombarda. Agli iscritti non è richiesta particolare abilità e molti hanno mosso i primi passi ai comandi proprio partendo da zero e qualcuno è poi addirittura passato dal virtuale al reale conseguendo il brevetto. L’iscrizione e l’attività sono gratuite e la prima regola della compagnia è il divertimento per tutti. Sono a disposizione diversi tutorial che guidano attraverso i vari gradi di difficoltà. La scelta fra i velivoli della flotta disponibile è ampia e nella sezione Hangar sono elencati i voli di linea da fare in molte parti del mondo e si possono effettuare sia off-line che on-line con connessione a un server di volo virtuale aumentando dunque il grado di realismo e di difficoltà. AirBrixia opera da Brescia Montichiari e da molti altri Hub italiani ed esteri. È anche dotata di un Aeroclub per noleggiare piccoli velivoli ed effettuare voli personalizzati. La sezione Classica propone voli storici di una compagnia aerea degli anni ’50 con un orario ufficiale del 1960. Molti gli eventi online organizzati e nella sezione relativa vengono illustrate le regole per partecipare, le varie tappe, le rotte, i files utili e poi vengono raccolti i resoconti con foto e commenti e anche i racconti dei goliardici raduni reali dei piloti AirBrixia e della sorella Air Dolomiti Virtual con familiari e amici al seguito. Vengono organizzate anche rievocazioni di imprese aviatorie storiche, ma anche semplici voli in compagnia, anche in più tappe, con la partecipazione di svariati piloti collegati in rete che possono comunicare, scherzare e aiutare i meno esperti, mentre volano tutti insieme verso la meta godendosi un panorama molto realistico. Ogni pilota virtuale è tenuto a rispettare il regolamento e può fare carriera con l’aumentare delle ore di volo aggiornate in base ai report inviati. La Presidenza di Air Brixia accoglie volentieri commenti, suggerimenti e… inviti a cena!

1ec416e48ab44deb46b3453a368725c1.jpg

Intercetteremo in rete anche la seconda, Air Dolomiti Virtualwww.airdolomitivirtual.com. È nata nel 1999 con lo stesso spirito di AirBrixia, cioè quello del divertimento gratuito attraverso il volo simulato e della libertà di volare secondo le proprie capacità, sebbene la compagnia aerea sia la versione virtuale della reale Air Dolomiti S.p.A che ne ha riconosciuto e autorizzato ufficialmente l’attività. Essendo la copia della compagnia reale, attraverso il simulatore vengono ricreate le vere attività della linea aerea effettiva (la flotta, l’avionica, i voli di linea con i veri orari commerciali, gli Hub principali fra i quali Verona e Monaco ecc.) dando al gioco e al divertimento un maggior grado di realismo e complessità che, gradualmente, può essere acquisita anche dai principianti per mezzo di appositi tutorial e tramite la disponibilità dei piloti più esperti. La linea aerea reale è partner ufficiale della tedesca Lufthansa e così la V.A. ha inserito fra i suoi voli anche alcuni collegamenti dai principali Hub tedeschi verso destinazioni europee e italiane. Anche Air Dolomiti Virtual ha un regolamento visionabile attraverso il suo sito Internet e la possibilità di offrire avanzamenti di carriera ai suoi piloti, il tutto sempre nello spirito del gioco e del divertimento che regala la passione per il volo. Il sito della V.A. ospita anche un sezione dedicata a chi vuole inviare e pubblicare foto reali di velivoli Air Dolomiti. La mailing list è in comune con quella di AirBrixia per unire piloti e amici e scambiarsi informazioni e novità sulla simulazione di volo, sulle iniziative online, sui raduni reali o semplicemente per chiacchierare in allegria. Entrambe le compagnie “sorelle” sono composte da tre organi: la Presidenza, il Consiglio Direttivo e lo Staff Tecnico. Inoltre sono così legate che condividono volentieri anche gli inviti a cena o una birra in amicizia.

d39e6aed81f26f87c5f034945f8f3df4.jpg

In rete si rischia anche di intercettare la Tropic Air Virtual Airline. Quindi anche se ci troveremo in volo tranquillo e livellato, e anche in assenza di turbolenze, riallacciare le cinture prima di cliccare su www.tropicairvirtual.com perché siamo in presenza della più esotica, ironica e sgangherata VA del Web. Non ha riferimenti con la reale Tropic Air ed è in qualche modo imparentata con le prime due perché alcuni piloti sono iscritti a tutte e tre le compagnie. È nata nel 2000 come una piccola compagnia per voli turistici ai Caraibi e oggi lascia i suoi piloti liberi di volare non solo nelle isole caraibiche, ma in tutto il mondo senza particolare attenzione all’ordine e alla disciplina coinvolgendoli in Tour, Raid, Fly-in ed Eventi Speciali. L’importante è che abbiano il coraggio di pilotare gli aerei e gli altri oggetti volanti disponibili, con livree dai colori splendidi, e, soprattutto, li riportino negli hangar con meno danni possibili per far contento il Presidente. Inizialmente gli Hub di riferimento della compagnia erano due, l’aeroporto V.C. BIRD di Antigua e il Luis Munoz Marin a Portorico, poi le tratte coperte sono aumentate e sono stati aperti gli Hub di Fiumicino, New York e Tahiti. Il divertimento inizia già con la lettura della homepage, del regolamento, delle modalità di iscrizione e del decalogo del perfetto tropicano e prosegue con la galleria fotografica dei piloti, le vignette, la biblioteca con i racconti dei tropicani, l’elenco e la mappa dei luoghi sede della vita sociale di compagnia, la Tropic Band con le sue esibizioni canore, e una mailing list adatta a chi non si prende troppo sul serio ed è ricco di senso dell’humor. I requisiti per iscriversi sono tanta voglia di divertirsi e una certa predisposizione ad apprezzare i piaceri enogastronomici e a godersi la vita senza tanti tabù.

e9e9ae5817d94579ae7711f3116e1843.jpg

Siamo autorizzati al decollo. Mentre acquisteremo quota imposteremo la virata in direzione di tre video dedicati alle prime V.A. di cui abbiamo parlato. Da qui inizierà il nostro virtual tour. Buon viaggio!

Tribute to AirBrixia Virtual Airline

Tribute to Air Dolomiti Virtual

Tropic Air Virtual – video ufficiale

Viaggiamo a velocità di crociera e il piano di volo prevede adesso l’intercettazione in ordine alfabetico di una nutrita flotta di realtà di volo simulato, un mondo in evoluzione dove nascono spesso nuove V.A. senza scopo di lucro ma solo ludico, nuovi gruppi di appassionati e siti utili. Nello sterminato spazio della rete si possono cercare e trovare quindi anche altre alternative, continue novità e curiosità. 

Utilizzeremo l’alfabeto fonetico internazionale impiegato in aeronautica per sillabare inequivocabilmente le comunicazioni importanti usando parole che in tutte le lingue si pronunciano allo stesso modo.  

 

A – Alfa

Iniziamo facendo rotta col mouse sull’Aeronautica Militare Italiana Virtuale. Nata nel 2000, offre una scuola di volo virtuale e la possibilità di effettuare online simulazioni militari, missioni cooperative, tornei interni ed esterni. Il motto dell’A.M.V.I. è … volo virtuale… emozioni reali. 

Incontriamo poi l’AeroSarda, Cargo, medical & aerotaxi, che con spirito isolano effettua voli per trasporto passeggeri e merci oltre che servizi aerosanitari. Per tratte brevi usa una flotta di piccoli bimotori, mentre per quelle lunghe impiega anche i Boeing 737 o l’Airbus A320. Gli Hub di riferimento sono quelli di Cagliari-Elmas e Palermo-Punta Raisi.

Aeroservice Virtual Airline nasce, dopo molte ore di solitario volo online e utilizzando un callsign privato, ad opera di alcuni amici che un giorno hanno deciso di fondarla per  sentirsi parte di un gruppo, creare un traffico aereo con la propria flotta e utilizzare i callsign della compagnia. Il loro motto è Volare Aeroservice VA, volare in compagnia.

Air Brixia Virtual Airline è stata già presentata prima del decollo. Torniamo a sorvolarla perché a corredo di quanto già detto citeremo i suoi principali Hub di riferimento italiani: Brescia, Verona, Linate e Malpensa, Fiumicino e Ciampino, Olbia, Catania, Napoli e Firenze. Quelli esteri sono Bergen e Bodo, Amsterdam, Boston, Seattle e Singapore. I piloti trasportano nel virtuale tutta la passione per il volo in tutte le sue espressioni e la compagnia augura loro semplicemente “Buon divertimento con AirBrixia VA!”.

I piloti dell’ Air Cargo Express  effettuano voli transoceanici e transcontinentali scegliendo il tipo di velivolo per il trasporto aereo e la tipologia di carico. Dal 1999 la ACE ha ideato voli per i trasferimenti virtuali dei carichi relativi ai campionati mondiali di Formula 1. I piloti ACE sono definiti anche “camionisti del cielo”.

d87f557ac3f066fab0bfe1fc72de77dd.jpg

Anche di Air Dolomiti Virtual abbiamo già parlato prima del decollo. Una curiosità: nell’apposita sezione help desk & FAQ i piloti trovano “vitamine” di sapere per imparare e migliorare. Alcuni tutorial a cura degli esperti della compagnia sono battezzati InfoPillole e Iniezioni. In home page la V.A. riporta una frase di Leonardo Da Vinci: Se hai provato per una volta l’emozione del volo, camminerai per sempre sulla terra con gli occhi rivolti al cielo.

La Airone Virtual ha come primo scopo il divertimento. I piloti esperti e principianti possono conoscersi e crescere insieme giocando in maniera professionale a bordo dei Boeing 737 della compagnia durante voli online e offline, di linea o charter, su rotte italiane e non solo.

Realmente ospitato dall’Aero Club L’Aquila, l’ Avio Club Virtuale L’Aquila svolge attività di volo simulato singolo o in rete multiplayer con possibilità di partecipare a corsi, gare, campionati e trofei. Sul sito interessanti pagine sul volo virtuale in aliante, voli turistici sulle Alpi o all’estero e missioni di emergenza antincendio con velivolo Canadair 415 ed elicottero Bell 205.

 

B – Bravo

Nasce dalla voglia di volare allegramente nei cieli californiani e italiani la Bay Area Virtual con tre sezioni hangar per la scelta dei velivoli: Bay Area, Bay Area Helicopter e Bay Area ULM. Gli Hub di riferimento sono San Francisco, Concord, Venezia e San Nicolò.

BlueFly Taxi Service è il primo Taxiclub italiano per effettuare tranquilli voli a vista (VFR) a bordo di aerei turistici sorvolando coste, laghi, paesaggi alpini e città seguendo semplicemente le carte stradali senza il vincolo di piani di volo standard, ma creandoli personalmente. L’Aeroclub BlueFly ha due sezioni, Aerotaxi e Turistica, e in hangar si può scegliere fra Cessna C172, Piper PA-28, Mooney Bravo e Beechcraft Baron 58. Lo scopo è di puro divertimento e simulazione ludica e visitando il sito si rischia di iscriversi “al volo”.

bb6be3a78b9b7d6e8614058e9a2f75c3.jpg

C – Charlie

Il Centro Studi Volo Virtuale coinvolge gli appassionati sia nell’attività di una compagnia aerea che in quella di un aeroclub. Volo ordinato e regolare nella compagnia per trasporto passeggeri CSVV Airlines, dotata di 8 Hub di riferimento in territorio italiano, e per trasporto merci CSVV Logistics che collega il suo Hub di Milano con molti aeroporti europei ed extraeuropei. Volo libero e vagabondo in Aeroclub, con sede principale in California e numerose basi anche in Italia.

L’aeroporto militare di San Damiano (Piacenza) è la base operativa virtuale del 50° Stormo Virtual “Black Panthers” dove è attiva anche la scuola di volo simulato con lezioni teorico-pratiche e figurate sui velivoli Siai Marchetti SF-260, Aermacchi MB-339, Panavia Tornado ECR. Nella sezione audiovisivi sono visionabili i video di alcuni eventi.

 

D – Delta

Il motto della Danicargo Virtual Airlines è Your dreams are our treasure. È una V.A, con base presso l’aeroporto di Alghero Fertilia, che si occupa di trasporto merci e posta utilizzando apposite versioni di Boeing 727 e 737 raggiungendo i più importanti scali merci internazionali.    

 

E – Echo

L’obiettivo della piccola compagnia Elite Air Virtual Airlines è offrire ai propri piloti una simulazione professionale divertente e semplice, una sezione di training e documentazione anche con materiale reale e un centro di addestramento.

Eurofly Virtual è una compagnia real related, legalmente riconosciuta dalla Eurofly S.p.A. È una V.A. giovane e dinamica che mette gratuitamente a disposizione dei suoi piloti virtuali tutto il necessario per divertirsi simulando in maniera fedele e professionale l’attività della vera compagnia: training e assistenza per i principianti, possibilità di carriera attraverso esami, passaggi macchina e abilitazioni, accesso alla documentazione per volare con le procedure reali, molte destinazioni in Europa e nel mondo, partecipazione ad eventi.  

Un’altra piccola V.A. ha come prima regola il divertimento e l’amicizia e lo scopo di dare la possibilità a chi vuole iscriversi come pilota di creare la propria carriera virtuale e migliorare le conoscenze aeronautiche. È la European Virtual Airlines euflyVirtual. Sul suo sito anche un suggestivo promo-movie da non perdere cliccando qui per fare una piccola pausa romantica durante il nostro viaggio.  

 

F – Foxtrot

La Flight Free Airlines è una compagnia virtuale specializzata in collegamenti con la Tunisia. Si ispira alle compagnie reali Gandalf e Air Sicilia ed è organizzata in modo da garantire il maggior risparmio di tempo riducendo i “tempi morti” che a volte superano la durata effettiva del volo. Utilizza a tal file scali non congestionati ed effettua anche rotte nazionali.

 

G – Golf

Del 102° Gruppo CBOS Virtuale fanno parte appassionati e simmers, ma anche ex componenti del vero gruppo di volo dell’A.M.I. quando questo era di base a Rimini. Simula le condizioni operative degli anni 1970-1985 per rivivere il periodo riminese e soprattutto per volare con l’F-104 Starfighter per il quale offre anche un corso di addestramento di combat readiness.    

 

H – Hotel

HOTAS (Hands On Throttle And Stick), che significa letteralmente mani sulla manetta e sulla cloche, indica un sistema di comandi a portata di mano per controllare le funzioni essenziali dei velivoli più moderni senza staccare le mani da manetta e cloche.

e3d5108d67d79a16c44ab47c80e3f949.jpgHUD (Head-Up Display), che significa visore a testa alta è un termine usato nei videogiochi ed è un display che visualizza in sovraimpressione informazioni durante il gioco. In aviazione il display visualizza su schermo trasparente i dati di volo senza dover guardare gli strumenti dell’abitacolo. Una versione più sofisticata proietta i dati su un mirino ottico o sulla visiera del casco del pilota.    

 

I – India

Un mondo di coincidenze è il motto di ItAli Virtual la compagnia che disegna  nuvolette sulle livree degli aerei e utilizza le stessa flotta e le stesse destinazioni della reale ItAli Airlines con Hub di riferimento l’Aeroporto D’Abruzzo di Pescara. Si inizia a prendere confidenza con l’avionica direttamente nel menu del sito.

8e63c76866d04e62587bf10f3d7afbb0.jpg

J – Juliet

Il Joystick è una delle periferiche che permettono di pilotare virtualmente un aereo. È uno strumento manuale per il movimento in decollo, in atterraggio e in volo e permette dunque le cabrate, le picchiate e le virate. In genere ha incorporati anche altri strumenti per gestire le principali funzioni come i comandi per il movimento a terra, per il motore, per i freni e per i flap per non distrarsi dal volo utilizzando  la tastiera. Se invece non si vuole gestire tutto solo con tastiera e joystick, ma si vuole rendere ancor più realistica la strumentazione di volo esistono anche periferiche molto simili alla realtà come la manetta per dare potenza al motore, la cloche e anche la pedaliera.

 

K – Kilo

La velocità dell’aereo si misura in nodi. 1 nodo = 1 knot = 1 miglio nautico l’ora  = 1852 m/h = 1,85 km/h. I nodi vengono indicati con il termine KTS (KnoTS) e KIAS (Knots Indicated Airspeed) è la velocità indicata in nodi.

5fb3390d62a4aef9ceaeed85930f0107.gifIntanto che ne dite di un bel caffè? J    

Dopo la pausa vireremo facendo rotta in direzione delle prossime compagnie che ci attendono numerose… nel prossimo post. 

   j   Continua nella seconda parte…

Tra il dire e il volare c’è di mezzo il virtuale – II

j SECONDA PARTE

Proseguiamo il nostro viaggio. Stiamo facendo rotta verso…

 

L – Lima

09e57219e9ef286a366c770b0152d7bf.jpgLe Libellule volano solo con elicotteri per divertirsi e imparare simulando missioni di soccorso e di emergenza scoprendo a quote più basse la bellezza del territorio italiano. Volare in libertà è il loro motto.

 

Spunteranno ali vere ai fondatori del gruppo virtuale Lindbergh Airways by TerzaIta studenti dell’ITAer di Verona che si divertono a volare in formazione nei posti più belli del mondo rispettando le parole d’ordine Coordinazione, Contatto Visivo e Cervello. Presente anche una sezione per i controllori virtuali.

 

M – Mike

Alla Malpensanti Airlines non malpensano ma pensano a Malpensa mentre volano e si ritrovano nel forum, una sorta di “bar” dove si riuniscono a chiacchierare di simulazione di volo.

Questi i numeri della Mediterranea Virtual, la compagnia virtuale pioniera in Italia: 1996 l’anno di fondazione. 2 gli Hub di riferimento a Roma e a Milano. Più di 40 velivoli e 2500 piani di volo a disposizione di oltre 200 piloti.

La Meridiana Virtual è una V.A. real related ufficialmente riconosciuta dalla reale Meridiana S.p.A. Ne riproduce l’attività con professionalità augurando ai propri piloti Buon divertimento e buon vento!.

Buon vento a tutti  nei cieli virtuali del mondo!. Questo è il benvenuto della Millenium Air Virtual  con base operativa nell’aeroporto di Alghero Fertilia e una flotta organizzata secondo le più recenti esigenze di simulazione. Il suo saluto è Grazie per aver scelto di volare Millenium Air.

La reale Mistral Air ha ufficialmente riconosciuto Mistral Air Virtual che riproduce con qualità e divertimento doc la sua attività cargo con voli postali per conto di Poste Italiane e del Corriere TNT. La flotta è dotata di BAe145-200QT e di B737-300QC.

MP Servizi Aerei Virtuali è adatta ai principianti che vogliono imparare o agli esperti che si vogliono rilassare o che vogliono svolgere un “secondo lavoro”. Previsto anche uno stipendio, naturalmente virtuale, per l’effettuazione dei voli assegnati. Hub di riferimento sono Milano Linate e Foligno. Il loro motto? Voliamo Alto!.    

 

N – November

L’aeroporto virtuale di Napoli Capodichino è la base operativa di Napulevola nata per muovere i primi passi virtuali in aria ed emozionarsi esclamando Sto volando!, ma anche per chi vuole apprendere a gestire il traffico aereo, conoscere meglio meteorologia e carte aeronautiche e anche migliorare il proprio inglese, fondamentale in aviazione.

Adesso ci starebbe bene un’altra piccola pausa, anzi un break visto che ci stiamo specializzando con l’inglese, però a base di pizza italiana, anzi napoletana. Che ne dite? J    

25f8f32741ebaa589feef4a2dbb1bef5.jpg 

Perfetto. Non trovate anche voi che il catering a bordo sia ottimo? J  

Gli appassionati del C130H possono volare a bordo della versione virtuale di un esemplare dismesso dalle forze aeree degli Emirati Arabi. L’opportunità è offerta dalla Night Cargo Aviation con destinazioni in tutto il mondo.

Molto spesso gli impegni reali fanno sì che gli appassionati simmers volino di notte. Comunicando online durante i voli notturni, ad alcuni piloti iscritti a varie V.A. è venuta l’idea di fondare la Night Eagles, compagnia temeraria che offre un nido e una scuola di volo a tutte le Aquile della Notte.  Il rito di iniziazione consiste in un volo con atterraggio nel loro Hub di Reggio Calabria, noto per la difficoltosa curva di avvicinamento alla pista. I velivoli virtualmente danneggiati durante i tentativi su Reggio vengono poi messi in manutenzione nell’Hub tecnico di Olbia Costa Smeralda.

 

O – Oscar

O come Online. Volare in rete per volare in compagnia. Due organizzazioni che permettono di farlo in modo serio e professionale sono IVAO – International Virtual Aviation Organization e VATSIM – Virtual Air Traffic Simulation. Si tratta di due network mondiali per condividere il volo simulato con gli altri piloti e controllori di volo virtuali in rete. Ognuno dei due siti internazionali è composto da divisioni che garantiscono la copertura ATC (Air Traffic Control) delle varie regioni mondiali. Con l’iscrizione si ottiene un ID e una password per accedere ai server di tutto il mondo e volare… as real as it gets!… più reale che si può!

Orio Virtual Team nasce nel 2005 per riunire i simmers che volano di sera dando il massimo spazio ai rapporti umani e all’amicizia con lo scopo di imparare scherzando. La sede del Team è l’aeroporto di Orio al Serio (BG). Il sito propone molti eventi a tema e svariate attività e la possibilità di convertire i piani di volo per studiare le rotte con Google Earth. Ai piloti del Team piace giocare sul serio con tutto ciò che sta per aria.

 

P – Papa

Il Gruppo Palermovirtual offre tre opportunità da prendere al volo: si inizia con l’Aeroporto virtuale di Palermo Punta Raisi dove uno staff di controllori virtuali garantisce la sicurezza del volo nei cieli locali,  poi si può volare con AirSicily Virtual o scegliere gli elicotteri del NEV – Nucleo Elicotteri Virtuali.

L’idea originale di Panormus Airways è quella di aver voluto simulare una compagnia aerea virtuale povera che loro stessi definiscono da black list. Non ha alcun riferimento con compagnie reali ed effettua prevalentemente voli di collegamento fra la Sicilia, le isole minori e diverse città italiane. Gli sfondi delle pagine web del sito sono da vedere.   All’interno dell’Associazione Piloti Virtuali Italiani troviamo PAT, la PVI Airlines Team che nella lista piloti vede alcuni dei migliori istruttori di volo virtuale italiani. Organizza eventi come l’On-line day, il World Tour ecc. per popolare i cieli virtuali e coinvolgere i piloti in attività online.

 

Q – Quebec

Il codice Q è utilizzato in aeronautica nell’ambito delle radiocomunicazioni per codificare e abbreviare le trasmissioni. Alcune categorie di questo codice vengono utilizzate per indicare la pressione. Per esempio QNH è il valore della pressione atmosferica per calcolare la distanza tra il velivolo e il livello del mare (altitudine), mentre QFE è il valore di pressione per calcolare la distanza fra il velivolo e il suolo (altezza).  

 

R – Romeo

Le sezioni dell’hangar di Rivier Airlines creata da un gruppo di piloti virtuali della Liguria, sono Elica & Turboelica, Business/Aerotaxi, Regional Jets, e l’aeroporto di riferimento è Villanova d’Albenga.

Rynko Air Line offre informazioni e tutorial ai piloti e un’ampia scelta di voli di linea, turistico-commerciali e cargo. Il suo obiettivo è essere divertente, affascinante ed elegante, mentre il suo motto è Vola Rynko Air Line!!!.    

 

S – Sierra

Cagliari Elmas Virtual è l’aeroporto di riferimento di SardFly la compagnia dei Piloti Virtuali Sardi dove anche veri professionisti aeronautici mettono la loro esperienza a disposizione di tutti gli iscritti. Con la loro flotta rappresentano la propria territorialità e sono presenti con la  bandiera sarda in occasione di eventi e iniziative in comune con altre realtà virtuali.

Nata dopo una pausa di riflessione della Virtual Air Alps, la SkyEurope Virtual Italia vola in tutto il mondo, aiuta i principianti e accetta collaborazione per migliorare l’offerta del sito. Curiosità: i piloti ricevono paghe virtuali che servono per noleggio e manutenzione velivoli o per pernottare nelle città di arrivo, devono periodicamente scaricare lo stress (si accumula un punto stress per ogni ora di volo) e il sito indica i modi per svagarsi durante il tempo libero (ferie, viaggi ecc.), e inoltre con lo SkyBar si caricano a bordo pietanze e bevande. In caso di incidente lieve ricovero virtuale nella sezione ospedale e giorni di stop per convalescenza. In caso di incidenti gravi il pilota non potrà più volare col suo “deceduto” nickname e dovrà riscriversi con un altro e ripartire da zero con la carriera.

StarfighterTeam, Where the passion becomes reality, riproduce le attività di volo  militare con alto livello di realismo e professionalità riunendo fra gli iscritti molti appassionati dell’F-104 Starfighter.

Non manca mai il paracadute a bordo degli aerei del 1° Stormo Mbriachi Virtuali un gruppo che simula il combattimento in volo ritrovandosi a volare insieme dopo una giornata di lavoro facendo sul serio riguardo alle tattiche e alle strategie delle missioni, ma con spirito giocoso e  un po’ di sano umorismo.

A questo punto vi andrebbe un bel brindisi in allegria, magari accompagnato da una fettina di pane e salame? J

3cc0ba78469e6fcea8f7a8b816ab009a.jpg 

Anche questa piccola pausa è stata deliziosa e ci permette di proseguire il nostro viaggio virtuale partendo col piede giusto. Un primo passo di tango per poi ballare in aria una danza acrobatica e colorare il cielo. Restate a bordo e godetevi lo spettacolo.

 

T – Tango

T come Tricolore e come trecentotredici. Il 313° Gruppo – Pattuglia Acrobatica Nazionale Virtuale propone la simulazione delle manovre del solista e delle evoluzioni della formazione delle mitiche Frecce Tricolori riproducendo virtualmente anche la base di Rivolto (UD). Gli iscritti sono inizialmente coinvolti in missioni di ambientamento sia individuali che in pattuglia a bordo dell’Aermacchi MB 339 P.A.N. dotato di un software in grado di ricreare tutti i parametri di volo reale, per poi ricoprire un ruolo specifico in formazione e partecipare anche a eventi e gare.

70f1caa9c513c4b425e8a81421bf2d4b.jpgCome si fa a non tornare a curiosare nella goliardica Tropic Air Virtual Airline che si autodefinisce Your Safe Company? Rivedere i colori arcobaleno delle livree della flotta e farsi due risate mentre si vola è sempre un piacere. Inoltre in uno dei Rhum Bar della compagnia troverete sempre la bevanda preferita dai tropicani. I motti di Tropic Air Virtual sono Noi trasportiamo ciò che gli altri hanno paura a portare e Noi voliamo lì dove il sole non tramonta mai.

 

U – Uniform

Viene definito Utility il software di utilità che serve a migliorare e semplificare determinate funzioni che sono già presenti nel simulatore di volo, a differenza dei prodotti add on che invece aggiungono e integrano funzionalità, per esempio nuovi scenari di volo o nuove tipologie di velivoli.

 

V – Victor 

Virtual Flying Group, Avio Club Virtuale del Friuli Venezia Giulia, si occupa di diffondere la cultura aeronautica, attività sociali, sportive, culturali, eventi, corsi, fiere, convegni, naturalmente con particolare interesse all’attività principale, il volo simulato. Opera prevalentemente in territorio friulano e zone limitrofe.

Roma Fiumicino e Ciampino, Palermo Punta Raisi e Trieste Ronchi dei Legionari sono gli Hub principali di VirtuAliRoma Airline con una flotta di circa 60 aerei, una scuola e molte sezioni di volo. La VAR Fly-in con i voli a tema del martedì sera, la VAR Tour con maratone di volo a tappe in giro per il mondo, la VAR S.A.R. con missioni di ricerca e soccorso, la VAR AeroCargo per trasporto uomini e materiali per costruzioni di infrastrutture in tutto il mondo, la VAR AeroTaxi per virtual clienti, la VAR AeroExec per trasporto Business Jet Executive e la VAR NeuroFlight per voli insoliti e difficili tipo Promontorio della Paura e Dentro il Cratere del Vulcano.

VirtuAlitalia è la real related della compagnia di bandiera e ne ripropone parzialmente le attività di aviazione civile in un ambiente operativo virtuale altamente professionale e molto vicino alla realtà Alitalia per i piani di volo, i carichi, i passeggeri, le tratte, gli orari e molte altre istruzioni di volo.

11e043e8adab4c4d0d3e09a43cd5df4a.jpg 

Il sito internet di Virtual Italian Air Force accoglie i visitatori con un Noi vi voliamo bene e simulando l’Aeronautica Militare in ogni aspetto si occupa dell’arruolamento dei “pinguini” (i giovani accademisti) all’Accademia formandoli con corsi di volo virtuale, fino all’assegnazione dei piloti ai vari Gruppi di Volo Virtuale. Un percorso di gioco che, a scelta e secondo l’impegno, può essere complesso e approfondito oppure solo divertente e rilassante.

VolareVirtual è legalmente riconosciuta dalla vera Volare S.p.A. Come la compagnia reale, ha momentaneamente sospeso le attività di volo. Quando Volare è tornata realmente operativa lo Staff di VolareVirtual ha deciso di rimettere in piedi la V.A. con la volontà di mantenere una buona continuità con il lavoro precedente e di riservare molte piacevoli sorprese agli ex piloti virtuali che torneranno a volare e ai nuovi iscritti.

a27823e5a40ae6c11f58d679a62c51fa.jpgVolo Libero Virtuale invita a simulare il volo anche su velivoli ultraleggeri e idrovolanti, in aliante, deltaplano, delta a motore, parapendio, paramotor e anche in mongolfiera nelle zone del Monte Cornizzolo (Lecco) e Laveno (Lago Maggiore) con scenari dotati di strade di cumuli per permettere di volare sfruttando le termiche come in realtà.

Volo Virtuale Torino è il portale del volo simulato torinese con una sezione interamente dedicata all’aeroporto virtuale di Torino Caselle.

 

W – Whiskey

W come www e allora eseguiremo una sequenza di evoluzioni e acrobazie fra alcuni dei numerosi siti di appassionati di volo reale e virtuale e siti con notizie utili. Prua del mouse orientata verso le rotte che  interessano e pronti a cliccare.

www.aerlandia.it è il sito di un pilota virtuale che accoglie i visitatori raccontando la sua passione per il volo ed esponendo una ricca collezione di foto e video di voli, eventi e raduni reali e virtuali. Agli amici che si sono trovati bene chiede in cambio di lasciare un messaggio nel libro ospiti.

www.aeroclubsassuolo.it è il sito dell’Aviosuperficie di Sassuolo (MO) dove oltre a una scuola di volo reale VDS è presente nei locali del Club Aeronautico anche una scuola di volo virtuale inaugurata nel 2006.

www.aliditalia.com è il notiziario in linea dedicato all’aeronavigazione simulata. Un punto di riferimento prezioso e ricco di novità, scenari e tutorial da scaricare, articoli tecnici e storici e racconti di volo.  A chi vuole comunicare e interagire offre un libro ospiti e una mailing list.

www.amicivolovirtuale.it ha un nome che parla da solo. Si tratta di un sito di appassionati che ha avuto l’idea di costruire un simulatore di volo utilizzando un aereo vero. Sul sito tutte le fasi della realizzazione e  stage di avvicinamento al volo intitolati Elementi della teoria del volo e Pratica del volo simulato.

www.antoniogolfari.it è un vademecum del volo simulato in Italia e le sue pagine web offrono una raccolta di carte di volo.

www.egi.altervista.org è il link del sito di un altro appassionato. Si chiama Volare By Egidio e offre una bella collezione di immagini, filmati e curiosità sul volo virtuale sia civile che militare, comprese le Frecce Tricolori.

www.fivs.it è il sito della Federazione Italiana Volo Simulato con la missione di diffondere la cultura aeronautica per mezzo del volo virtuale. Promuove diverse iniziative fra cui corsi e anche l’attività agonistica organizzando campionati di volo simulato.

www.flyaway-mi.it nasce dall’idea di un vero pilota istruttore. Il sito offre corsi di volo simulato e prodotti vari come strumenti, oggettistica, abbigliamento, modellini di aerei, libri e riviste nell’ambito del volo sia reale che virtuale.

Fly & Click è un Virtual Pilot’s Photo Album nato per ospitare le foto scattate dai piloti virtuali durante i loro voli nelle rispettive compagnie di appartenenza. Presente anche una ricca sezione di video reali.

www.fscloud9.com è il sito della Cloud9 Flight Simulations, azienda italiana che produce prodotti software di alto livello per applicazioni sul Flight Simulator e anche per impieghi professionali e addestrativi.

www.gardaapproach.it è il sito dell’assistenza al volo nell’area gardesana. Contiene news, carte e frequenze radio, software da scaricare, forum e segnala eventi e link utili.

www.isdproject.com è il sito di Italian Scenery Design e offre scenari aeroportuali italiani da scaricare e un forum di discussione.

www.passioneperilvolo.it è il sito di un grande appassionato che bacia un velivolo direttamente in home page. Il sito offre ricchi album fotografici, filmati, report di eventi, una sezione di spotting fotografico e una pagina della lettura con racconti di volo.

www.pvie-elicotteri.blogspot.com è il blog dei P.V.I.E. – Piloti Virtuali Italiani Elicottero realizzato da un appassionato del volo reale e virtuale in elicottero. Contiene discussioni e novità e la possibilità di scrivere le proprie opinioni.

www.robybad.altervista.org propone ottimi scenari photoreal per Palermo e Messina, tutorials, mailing list e non solo.

http://simflight.it è la sezione italiana di SimFlight Network, uno dei portali di Flight Simulator più visitati al mondo con news e articoli utili.

www.srd159.altervista.org è il sito di un flight simulator virtual pilot dedicato all’aeroporto sardo di Tortolì Arbatax (OG) del quale è disponibile lo scenario da scaricare.

www.volarefree.com è il sito di un attivissimo appassionato che organizza eventi online. È ricchissimo di iniziative come le varie edizioni dello Storico Raduno di Rimini e della Coppa 5 Laghi, eventi di volo simulato aperti a numerosi partecipanti iscritti a diverse compagnie virtuali. Informazioni, regolamento, commenti, impressioni, foto e filmati per ogni evento.

www.volosimulato.net è il sito di VoloSimulato, rivista bimestrale per chi ama volare con le dita. È dedicata agli appassionati di volo virtuale e radiocomandato con articoli interessanti, consigli per principianti e approfondimenti per gli esperti. Offre la possibilità di inviare articoli.

www.volovirtuale.com nasce in seguito alla chiusura di Taxiway, uno dei siti italiani più importanti sul volo simulato. Il portale offre articoli da leggere e valutare, interviste, notizie, forum e molto altro.

c8b14c88d5273db8b9ba258f9abe34b4.jpg

X – X-ray

X come il numero romano che indica la decima recente edizione di Flight Simulator (FSX) e X come X-Plane, i due più diffusi sistemi di simulazione di volo a cui abbiamo accennato all’inizio di questa chiacchierata in volo.

 

Y – Yankee

4d0a793b9464e21e22ebd3de0e3a806b.jpgNella simulazione di volo il tasto Y della tastiera del computer serve per mettersi in Slew Mode, una modalità che permette di spostare l’aereo elevandolo o abbassandolo di quota o traslandolo nello spazio in maniera rapidissima. A volte serve per ripristinare alcune condizioni nei voli di prova o per ripetere manovre non andate a buon fine da parte dei principianti. Per questo talvolta i piloti virtuali si prendono in giro “accusandosi” scherzosamente di pilotare col tasto Y. Il suo utilizzo è naturalmente vietato in occasione di gare e competizioni o durante i voli virtuali “ufficiali” che vanno ad aumentare il monte ore dei piloti.

 

Z – Zulu

6226f34fc0d8f455bb1a5ccf49fbc9a7.jpgZeta come zero, il valore che il variometro, strumento di bordo che indica le variazioni di quota, segna durante il volo perfettamente livellato e ad atterraggio avvenuto. Nel nostro caso indica che abbiamo appena toccato terra e infatti il nostro lungo viaggio virtuale è terminato.

Appena fermi potrete slacciare le cinture, ma prima qualche altra comunicazione di servizio. Mentre scenderete a terra potrete anche dimenticare a bordo alcuni oggetti personali, come per esempio siti internet di appassionati o di compagnie virtuali eventualmente non menzionati durante il nostro viaggio. Lasciateli visibili sui vostri sedili, magari accompagnati da un commento scritto, così potremo aggiungerli al piano di volo J

4c49182e6f6cddd40ec37ee845261cf4.jpg

Grazie per aver volato con le nostre Compagnie.                                

                                                                   j

Passioni in volo

Se non sbaglio avevamo appuntamento per fare altre quattro chiacchiere sul volo J

Eccomi qua puntuale con un racconto che ho scritto in occasione del 45° Anniversario delle Frecce Tricolori festeggiato il 4 settembre 2005 nell’aeroporto militare di Rivolto (Udine). 

Si intitola Passioni in volo ed è stato pubblicato online nella “Pagina della lettura” di Passione per il volo, sito di un amico appassionato di volo reale e virtuale. Per leggerlo potete cliccare sulla foto.

Buona lettura 6ad109e9bad10d7182c5c28eb8a8c3cb.gif