Felicità, ti ho incontrata bambina
ma poi nel tempo ti ho assaggiata
a piccoli morsi senza sentire bene il tuo sapore
forse eri solo una pausa di spensieratezza
e mi venivi a trovare ogni tanto per consolarmi.
Poi ho sentito le tue parole volare nell’aria
ed ho capito che eri tu
ma non conoscevo la tua immagine.
Adesso ti vedo, sei qui davanti a me
sei splendida e autentica e mi sorridi
finalmente ti ho trovata.
Ti corro incontro anche se un vetro ci separa
ma è trasparente e sottile
e corro da te incosciente e ignara
prima di sbattere con violenza contro quel vetro
che sottile non è e si trasforma in un muro…
cemento armato addosso a me.
La mia corsa si ferma e tocco il muro con le mani.
Al di là non ti vedo più
solo grigio cemento
duro e freddo
che non si sposta.
Mi appoggio a quel muro
cerco un’apertura, una porta, una finestra
ma non c’è nulla
ed una corda legata a me mi trascina via.
Mi lascio cadere
negli occhi ho un bruciore che cola
e si spegne in una goccia
nel cuore una lama
ma lui non smette di battere
e non mi libera dal dolore.
Solo l’anima mia stanca vede una luce
piccola fiamma che resterà accesa
nel ricordo di averti vista, felicità,
per una volta, un attimo già estinto,
un solo istante di sogno infinito
ma eri tu, quella vera
quella che non si dimentica.
Nel tempo e nello spazio
la mia anima si riposerà
alla luce del tuo piccolo lume
che per sempre sarà amico o fratello
e accenderà un sorriso.
1963, ottima annata!
Bel post….. leggendo mi ha fatto immaginare quello che descrivevi….
ciao