Cristalli di carbonio

Oro di paglia

Era giunta l’ora. Il tempo aveva consumato la candela dalla quale una stellina di fuoco tese l’ultima fiammella verso l’alto e sparì in un filo di fumo appena nato, sottile e leggero, che in cielo volò in una direzione nuova.

Una spiga di grano, affascinata da quel volo, volle seguirlo. Il suo stelo lasciò tutti i chicchi al pane povero e sotto al sole biondo s’incamminò nel vento dietro quella traccia nell’aria. Un ultimo sguardo da lontano, indietro verso le messi falciate e la ricchezza di spighe, curioso di vedere se qualcuno lo seguiva, ma proseguì da solo guidato dalla mappa della scia.

Lasciò impronte delicate sui percorsi ventosi della sabbia d’oro, morbida strada per il suo cammino, e galleggiò leggero sui riflessi aurei dell’acqua che incontrò e che gentilmente lo trasportò per qualche tratto fra una sponda e l’altra.

Lungo la via invitò a seguirlo alcune monete d’oro, gioielli ed ornamenti preziosi, ma questi si sentivano troppo importanti per seguire un povero filo di paglia che correva dietro a un filo di fumo, e così, sempre più pesanti e pigri, preferirono restare comodamente nei loro forzieri. La pagliuzza proseguì da sola. Avrebbe voluto accompagnare un dono nel luogo dove la scia stava adagiandosi dal cielo sulla terra, ma non possedeva niente.

Avvicinandosi al punto indicato dalla scia che stava finendo il suo disegno nel tramonto, vide giungere tanta gente da altre direzioni, attratta dalla stellina di una fiammella nuova, appena nata, che brillando si rifletteva negli occhi di ognuno.

 

Da vicino la fiammella aveva uno splendore mai visto prima e ad ammirarla c’erano tanti altri fili di paglia, a mani vuote, semplicemente poveri, ma brillanti come l’oro per i riflessi di quella luce.

 

La fiammella era adagiata su una culla d’oro, d’oro di paglia, silenziosa e mite nella veglia. L’aria respirava un profumo bambino e un calore piccino, e la pagliuzza donò sé stessa alla culla d’oro, d’oro di paglia, luce umile che illumina il tempo e non abbaglia. 

 

 

Ho scritto questo piccolo raccontino intitolato Oro di paglia una decina di anni fa. E’ sempre rimasto inedito, però da esso un giorno ho tratto dei versi componendo una piccola poesia, sempre con lo stesso titolo, che invece è stata pubblicata nel 1999 nei Quaderni di Poesia – Il CalamaioBook Editore – Castel Maggiore (Bologna).

 

Oro di paglia  

Sei nato come una fiammella

luce mai vista che negli occhi brilla.

Sei nato in una culla d’oro, d’oro di paglia

silenziosa, povera e mite nella veglia.

Nell’aria si respirava un profumo bambino

e lo scaldava un calore piccino.

Una pagliuzza giunta col vento

si fermò ad ammirare il meraviglioso evento

non aveva nulla da donare

ma resto a guardare e pregare.

Donò se stessa alla culla d’oro, d’oro di paglia

nido di luce umile che illumina il tempo e non abbaglia.

Inoltre, proprio oggi ho creato anche un video su YouTube, con immagini ispirate a questi miei pensieri e con una musica bellissima ad accompagnarle. Per vederlo e ascoltarlo cliccare QUI 

Questo è il mio modo per augurare 

Buon Natale

Oro di pagliaultima modifica: 2007-12-20T23:30:00+01:00da
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