La Leggenda del Pianista sull’Oceano

Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla.

Ne è convinto il trombettista Max Tooney, personaggio interpretato dall’attore Pruitt Taylor Vince, che in un film racconta la storia incredibile del suo grande amico pianista, il più grande pianista mai esistito al mondo, tanto grande da diventare leggenda e tanto incredibile da non scendere mai, nemmeno per un istante di tutta la sua vita da una nave che viaggia sull’Oceano.

La storia è tratta dal monologo teatrale Novecento, di Alessandro Baricco, ed ha ispirato un film a Giuseppe Tornatore che, con le musiche di Ennio Morricone, firma la pellicola che sta al secondo posto nella classifica personale dei film più belli visti finora nella mia vita: La Leggenda del Pianista sull’Oceano. Un altro film, datato 1998, che ha stampato le sue scene e inciso le sue note nella mia anima.

Iniziamo con la musica che apre il film. Le scene sono a bordo del transatlantico Virginian che trasporta tanti passeggeri ad ogni traversata e fra loro anche molti poveri emigranti. Iniziamo a sentirle le note di quella musica… con un clic sull’immagine della locandina…

2259fb46c698de070ab801ffb65b5d02.jpg

Sono le immagini e le note di un concerto, ma chiudete gli occhi mentre ascoltate e immaginate la nave che si sta avvicinando a New York. Immaginate anche un po’ di nebbiolina mentre la musica evolve… e poi cresce… resta come sospesa e… ed esattamente a 3 minuti e 12 secondi esplode in ondate di melodia.  Ciò avviene poco dopo il momento in cui, nel film, fra gli emigranti sulla nave c’è qualcuno, il primo di loro che dopo tanti giorni di traversata avvista nella nebbia la Statua della Libertà e grida “L’Americaaa!!!”, dopodiché tutti esultano e poi si ammutoliscono di meraviglia appena si trovano davanti il panorama di New York.

La storia che Max Tooney racconta a un negoziante di strumenti è quella di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, nato, cresciuto, vissuto, diventato pianista a bordo di una nave che fa rotta sull’Oceano e rimasto unito al destino del transatlantico Virginian fino alla fine.

Che strano nome vero? Ma c’è sempre un perché in tutte le cose. Il nome racchiude le origini del pianista, trovato appena nato a bordo nella nave proprio mentre sta iniziando il nuovo secolo, il Novecento. Il piccolo è abbandonato dentro una cassetta con sopra la scritta T.D. Lemon. A trovarlo è un macchinista di colore che si chiama Danny Boodman e che si affezionerà subito al bimbo e si improvviserà padre adottivo per qualche anno crescendolo a modo suo, in segreto e con tanto affetto nella sala macchine, finchè non morirà per un incidente. L’equipaggio diventa la sua famiglia che prova per il bambino una crescente simpatia. Arrivano però i guai, ma il piccolo furbetto conosce ormai così bene ogni centimetro della nave che riesce a nascondersi per lungo tempo sfuggendo ai poliziotti e a tutti quelli che lo cercano su ordine del comandante per farlo scendere e destinarlo a un orfanotrofio.

Quando ormai a bordo tutti pensano a chissà quale misteriosa fine avrà fatto il bambino, Novecento ricompare improvvisamente una notte seduto al pianoforte in prima classe, mentre suona con stupefacente bravura. Non si sa come ha imparato, ma ci è riuscito da solo senza conoscere la musica… e la storia assume sempre più i contorni di una leggenda.

Quella nave continua ad essere la sua famiglia e la sua casa per gli anni che seguono, durante i quali diventerà adulto e lavorerà come pianista della nave, colui che suona per lavoro su un pianoforte a coda nelle serate in prima classe, e per diletto in terza classe, con un pianoforte verticale. Colui che suona solo in mare aperto e mai a terra. Lo impersona un intenso Tim Roth che con maestria ne interpreta la spontaneità, il candore, l’ironia e la disarmante e spiazzante ingenuità.

6f89fc39f4139490d21cb5600718ba98.jpg

 

 

In questo video Max Tooney viene assunto come trombettista e sale a bordo della nave. Lo incontra e lui è già nel pieno del suo talento di pianista. I due suoneranno insieme per diversi anni diventando molto amici e condividendo musica e ironia… come in questa prossima scena dove il mal di mare e la tempesta diventano un’occasione per improvvisare una divertente sequenza davvero leggendaria che pare quasi una favola… 

5ae0d1a2c9f431c3af82d41a5385439b.jpg

In prima classe Novecento è un esecutore di musica che gli viene richiesta attenendosi alle “note normali” anche se talvolta la sua indole disubbidiente lo lascia andare a qualche divagazione personale sulla tastiera, mentre in terza classe, fra gli emigranti in cerca di fortuna in America, si trasforma liberamente in un improvvisatore di una musica mai sentita… non legge le note, ma quando suona si accende il mondo.

60d26d1da616df4c9f0209b72899528b.jpgEra come quando si sedeva al pianoforte e attaccava a suonare, non c´erano dubbi nelle sue mani, e i tasti sembravano aspettare quelle note da sempre, sembravano finiti lì per loro. Sembrava che inventasse lì per lì: ma da qualche parte, nella sua testa, quelle note erano scritte da sempre.

Novecento intanto, dal giorno della sua nascita non è ancora mai sceso dalla nave a bordo della quale osserva gente nuova in ogni traversata e dai racconti, dai loro sguardi, dai loro gesti, dal loro aspetto, dalla loro andatura, riesce a intravedere e a immaginare il mondo, mille luoghi, migliaia di vite e di storie. È anche da questo che trae ispirazione per improvvisare musica che somiglia ai passeggeri… solo osservando le persone e lasciando andare le dita sulla tastiera del pianoforte raggiungendo talvolta alti livelli di simpatia ed ironia, ma anche di immensa poesia… per esempio quando i suoi occhi, la sua mente, il suo cuore e le sue dita diventano un tutt’uno mentre osserva una deliziosa ragazza al di là di un oblò improvvisando una musica bellissima… ecco qua le sue mani, pronte per iniziare a suonare in questo video… 

ac8d7bc3e6b970aa1703589900d2974d.jpg

Affascinante… una musica senza nome e che in pochi hanno avuto il privilegio di ascoltare.

Nel tempo quella nave, che è la sua famiglia e la sua casa, diventa anche la sua terra e Novecento non ha nessuna intenzione di scendere. Intanto la leggenda del suo ineguagliabile talento arriva anche in terre lontane: il più grande pianista del mondo vive su una nave. Il suo nome è Danny Boodman T.D. Lemon Novecento.

Un grande pianista jazz, anzi colui che sulla terraferma ha la fama di essere il più grande, apprende dell’esistenza del pianista che suona sull’Oceano e così decide di salire a bordo e di sfidarlo in una gara al pianoforte che rappresenta una scena memorabile del film. Eccola qua divisa in due video da non perdere, parte prima e parte seconda. Ho fatto due “fermo immagine” sulle sigarette, due dettagli molto significativi e ironici nella scena. Buona visione, non ve ne pentirete… e non fatevi sfuggire i particolari, i dialoghi e il finale.

e864746447b17eba2a00bd4f83cf3890.jpg                          f7158c01cb19f52406d3bc3d68b1650e.jpg 

Max più volte esorta Novecento a scendere da quella nave per andare a conoscere il mondo e guadagnarsi sicura fama e grande successo a terra, ma inutilmente. Soltanto una volta il pianista annuncia improvvisamente di voler scendere dalla nave sorprendendo tutti e anche Max. Il giorno dell’evento tutti lo osservano mentre si appresta a scendere dalla scaletta, con il cappello in testa e una valigia in mano. Uno scalino dopo l’altro… e ancora… fino circa a metà. Poi si ferma osservando la città e la terraferma che si estende davanti a lui… di fronte i grattacieli di New York e alle spalle la sua nave e il suo Oceano… passano degli istanti in cui il suo pensiero forse fa un viaggio infinito andata e ritorno… All’improvviso lancia in aria il cappello che ricade in acqua. Si volta e risale la scaletta ritornando a bordo senza spiegazioni. E sarà per sempre.

A scendere dalla nave qualche tempo dopo sarà Max che, a causa della crisi dovuta allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale è costretto ad andare in cerca di fortuna altrove. Passano ancora altri anni e il transatlantico Virginian è ormai in disarmo, ormeggiato nel porto e in attesa di essere demolito. Da quelle parti si trova a passare nuovamente Max che preoccupato per la sorte dell’amico, di cui non ha più saputo nulla, racconta a tutti gli uomini del porto di aspettare a far saltare in aria la nave e tenta di raccontare la storia di un famoso pianista che è come se non fosse mai esistito… ma tutti lo guardano come se stesse farneticando e non lo credono. Riesce lo stesso a salire a bordo della nave, ormai quasi un relitto arrugginito. Lo cerca ovunque, lo chiama. Sa che se è vivo è sicuramente ancora a bordo. Lo chiama ancora, a lungo, ma non ottiene risposta… poi, mentre sta per scendere deluso, i due finalmente si incontrano. Novecento non è mai sceso e vive ancora, non si sa come, su quella nave… la leggenda continua, ma a terra è stata dimenticata e solo Max si ricorda quella storia. Cerca di convincerlo a scendere stavolta perché ormai è l’unica cosa da fare in vista della demolizione. Nel farlo gli chiede anche perché quella volta in passato non scese dalla nave e si fermò sulla scaletta tornando indietro.

Ed ecco la risposta di Novecento: «Tutta quella città… non se ne vedeva la fine… La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine? E il rumore. Su quella maledettissima scaletta… era molto bello, tutto… e io ero grande con quel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi, era garantito che sarei sceso, non c’era problema. Col mio cappello blu. Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino… Primo gradino, secondo gradino. Non è quel che vidi che mi fermò. È quel che non vidi. Puoi capirlo, fratello?, è quel che non vidi… lo cercai ma non c’era, in tutta quella sterminata città c’era tutto tranne… C’era tutto. Ma non c’era una fine. Quel che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu. Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni e miliardi…
Milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita. Se quella tastiera è infinita non c’è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio. Cristo, ma le vedevi le strade? Anche solo le strade, ce n’era a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una. A scegliere una donna. Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo. Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce. E quanto ce n’è. Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla? A viverla… Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta. E di desideri ce n’erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita. Io ho imparato così. La terra… quella è una nave troppo grande per me. È un viaggio troppo lungo. È una donna troppo bella. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare. Perdonatemi. Ma io non scenderò. Lasciatemi tornare indietro. Per favore.»

Il pianista non scenderà mai dalla nave. Max, seppur con grande dolore, rispetta quella sua scelta e lo saluta con un abbraccio bellissimo. Poco dopo la nave viene fatta esplodere. La storia che Max finisce di raccontare al negoziante di strumenti, nel cui negozio ha ritrovato i due pianoforti di Novecento e l’incisione di quella musica senza nome, è la Leggenda del Pianista sull’Oceano, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il più grande solleticatore d’avorio dei 7 Mari, brevemente riassunta in queste immagini…

96236a7c4cded5ccc5d44f9a65ccc32d.jpg

Anch’io dopo aver visto il film avevo da parte questa buona storia e se qui sul mio blog troverò qualcuno a cui raccontarla, non sarò fregata veramente :o)

4ce5994b5a23432d42b473334f608e90.jpg