Orripilazione

Non voleva solo nuotare, starnazzare, correre. Lei voleva scrivere!

Perché non era stupida come poteva sembrare.

Per caso si trovò davanti ad uno specchio rotto abbandonato in una discarica vicino alla palude, e osservò il suo corpo tozzo ricoperto di piume, la testa piccola sul collo lungo, il becco grosso, le zampe corte e palmate.

Si vide goffa e pesante, ma quando aprì le ali erano lunghe, slanciate e dotate di penne. Fu colta da un irrefrenabile raptus e se ne staccò una da sola, cacciando un urlo che fece vibrare la superficie dell’acqua paludosa.

Si sentì improvvisamente molto strana, ma incredibilmente con la penna nel becco poteva finalmente scrivere una storia. Avrebbe voluto scriverla in una giornata luminosa e serena, ma invece era già calata un’inquietante sera presagio di una notte buia e tempestosa che piombò minacciosa sulla palude.

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Senza perdersi d’animo, visto che il buio aveva annerito l’acqua vi intinse la penna pensando fosse inchiostro e poi nuotò dove l’acqua era illuminata dalla luna per scriverci sopra. Non ci riuscì perché quello che provava a scrivere si dissolveva subito sciogliendosi fra increspature sempre più alte fino a diventare onde mosse da un vento sempre più pauroso che addensava nuvole nere fino a spegnere la luna.

La tempesta trascinò il suo corpo che si perse nella palude. Non affogò perché sapeva nuotare, ma ondate, gorghi d’acqua e trombe d’aria la scaraventarono infine in un luogo sconosciuto.

Da lì si diramavano tre strade da cui poteva intravedere dei percorsi, ma non sapeva che sarebbero stati da incubo in una foresta spaventosa.

La prima portava verso un forno dove vide un corpo come il suo arrostito e fumante con le cosce infilzate da forchette e il petto trafitto da un coltello. Scappò appena in tempo per non fare la stessa fine.

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Provò la seconda strada, ma si ritrovò impantanata in una melma di foie gras e per poco non fu catturata per essere ingozzata fino a scoppiare. Scappando a zampe levate provò a correre nella terza strada che apparentemente sembrava essere la meno pericolosa perché era come un tappeto soffice e bianco, ma via via che si inoltrava nel sentiero sentì urla sempre più forti provenienti da corpi come il suo a cui venivano strappate le piume senza pietà.

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Sempre più in preda a brividi di terrore corse via più forte che poteva ma era sempre più buio, la foresta sempre più nera e… sbam! Andò a sbattere contro un albero e perse conoscenza, ma un attimo prima provò la terrificante sensazione di essere ormai spacciata, intrappolata nell’intreccio di quelle orrende strade.

Stramazzò nel buio e in un silenzio di tomba, presagio di una brutta fine in quella strana, stranissima notte.

Poi sentì cantare un gallo, abbaiare, miagolare, nitrire, cinguettare, grugnire, muggire, ragliare, ronzare.

Pensò di essere morta, chissà in quale orripilante modo che il suo ricordo aveva rimosso, e di essere già nell’aldilà degli animali.

Invece si svegliò viva nell’aia, con il suo corpo tozzo, la sua goffa andatura, una penna nel becco e… una pelle d’oca da paura!

Orripilazioneultima modifica: 2024-01-06T09:00:50+01:00da riccarda63
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