Natale rosso criminale

Era appena passata la prima metà di ottobre ed era stato uno dei primi a mettersi in mostra.

Lo trovarono con orrore la mattina presto due scaffaliste, la signorina Maria Tregrazie e la signora Lucia Intermittenti, prima dell’orario di apertura dell’Ipermercato della catena SCP-SuperCarrelloPieno in Via del Nocciolato, angolo Corso Torrone.

Per terra in un lago rosso sangue, ai piedi di uno scaffale di dolciumi, spogliato del vestito ridotto a brandelli e con il corpo fatto a pezzi, ne avevano fatto scempio asportando molte delle parti interne.

Terrorizzate, chiamarono urlando il direttore, il dottor Nicola Slittarenne, che si precipitò sul luogo del ritrovamento e fortemente turbato dal macabro spettacolo chiamò immediatamente la polizia. Si precipitarono il vice questore aggiunto Paluano, il commissario Peregatti e l’ispettrice Fernigotti. A seguire giunse il medico legale dottoressa Mauli e gli esperti della polizia scientifica Botta, Galocco e Sterlari.

Da una prima perizia sul corpo emerse che era stato anche ustionato prima di essere smembrato, ma ormai era freddo e solo dopo un accurato esame autoptico si sarebbe saputo qualcosa di più sull’ora del decesso e sulla dinamica del delitto.

Sulla scena del crimine nessuna traccia dell’arma, presumibilmente qualcosa di tagliente, mentre la scientifica scattò foto da ogni angolazione e prelevò campioni di brandelli di vestito e del lago rosso sangue.

Terminati tutti i rilievi e rimosso il corpo, il direttore chiamò gli addetti alle pulizie, signorina Stella Cometi e signor Natale Abeti che quella mattina erano in turno insieme. Sconvolti pulirono tutto in fretta per poter subito aprire il supermercato senza allarmare la clientela. A tutti fu chiesta massima discrezione, anzi il più stretto riserbo sulla faccenda, in attesa di far luce su quanto accaduto e trovare il colpevole.

I risultati dell’autopsia e delle analisi furono sorprendenti. Confermata una precedente cottura del corpo prima dello smembramento con un coltello e asportazione di parti interne. I brandelli di vestiti della vittima risultarono essere di cartone. Inquietante e a dir poco strana fu la natura del campione rosso sangue. Era sciroppo di amarena! Un macabro scherzo di un folle?

In attesa di nuovi elementi l’episodio continuò ad essere tenuto nascosto mentre proseguirono in segreto indagini che purtroppo non portarono a nulla, finché, a inizio novembre, di nuovo la mattina presto nel reparto dolciumi, furono trovati altri due corpi. Spogliati, cotti e smembrati, con parti interne asportate e riversi in un altro lago rosso sangue.

Era un giorno festivo di chiusura e a ritrovare i corpi fu l’addetta alla vigilanza Angela Ognissanto. Durante il nuovo sopralluogo i criminologi presero atto con inquietudine che stavano emergendo elementi compatibili con un profilo psicologico e comportamentale tipico del serial killer.

Quella volta i reperti rosso sangue risultarono essere sciroppo di mirtillo rosso! Decisamente uno scherzo di cattivo gusto di un pazzo criminale.

Per non creare allarmismo e non perdere la clientela anche il secondo crimine fu tenuto segreto.

Come quello successivo verso fine novembre con altri tre corpi spogliati, cotti, smembrati e privati di parti interne e riversi in un lago rosso sangue di sciroppo di fragola, trovati prima dell’apertura dal capo reparto Dario Avvento.

E ancora quello di inizio dicembre con quattro corpi! Stessa dinamica, stesso scempio delle vittime in un lago rosso sangue di sciroppo di ciliegia. A trovarli con orrore fu l’addetta alle pulizie Concetta Immacolati.

Ormai certa la tipologia seriale dei crimini ad opera di una mente malata, furono potenziati turni di vigilanza notturna, sia all’esterno che all’interno del supermercato, con attivazione di nuovi allarmi e sensori. Chiunque si fosse introdotto nottetempo nel supermercato per commettere nuovi misfatti sarebbe stato sicuramente acciuffato.

Ma nuovamente, a metà dicembre, all’alba fredda del mattino furono trovate altre cinque vittime nel reparto dolciumi. Stessa modalità e un’enorme pozza rosso sangue di sciroppo di ribes!

I vigilanti in turno quella notte, Melchiorre Mirra, Gaspare Incensoro e Baldassarre Presepi, furono licenziati dal responsabile del servizio di vigilanza Epifanio Befani, che poco dopo rassegnò egli stesso le proprie dimissioni. Come era stato possibile non cogliere in flagrante il colpevole?

Erano però sicuri che nessuno si fosse introdotto di notte nel supermercato, quindi il maniaco doveva per forza essere all’interno, oppure era una presenza soprannaturale? Un incantesimo? Una maledizione? O si trattava di sabotaggio della concorrenza?

Tutte le tracce di quell’ennesima strage furono nuovamente fatte sparire per riaprire al più presto. Il Natale si avvicinava, la clientela aumentava, gli acquisti stavano lievitando e prima che il panico si diffondesse bisognava fermare quel mostro a tutti i costi!

Furono ingaggiate due investigatrici private, Eleonora Eralora e Filomena Finalmente, che risolsero il mistero con l’aiuto di telecamere di sorveglianza nella notte del 20 dicembre. Verso le ore tre una piccola sagoma uscì dal buio del magazzino e si aggirò nella penombra fra gli scaffali brandendo un coltello da una parte e una bottiglia rossa dall’altra.

Raggiunse il reparto dolciumi e, con velocità e ferocia inaudita, buttò giù dallo scaffale 6 panettoni. Si accanì subito sul primo, gli strappò la colorata confezione di cartone e poi lo smembrò col coltello, gli tolse tutta l’uvetta e tutti i canditi e poi lo cosparse con sangue di sciroppo di lamponi!

Il direttore del supermercato, i poliziotti, le investigatrici e i criminologi non credevano ai loro occhi visionando le immagini. Ma chi era il serial killer? Così piccolo… un nano? Aveva un corpo strano a forma di… pandoro! Ed era ricoperto di roba verdastra.

Lo arrestarono in flagrante, finalmente! Ormai braccato confessò tutti i suoi delitti.

Era un pandoro dell’anno prima, scaduto e dimenticato nella sua scatola rotta dietro una pila di bancali in un angolo del magazzino. Il suo colore verdastro non era glassa al pistacchio, ma puzzolente muffa.

La delusione, la solitudine e l’abbandono avevano fatto andare a male la sua dolcezza. Era diventato cattivo e terribilmente invidioso dei nuovi panettoni e delle loro farciture golose.

Non poteva più sopportare di essere così vuoto e rinsecchito dentro e ammuffito fuori, e si era trasformato nel crudele giustiziere notturno di quei panettoni così belli e profumati.

  • Ma perché gli sciroppi di frutta rossa? – gli chiesero.
  • Perché li odio quei panettoni e voglio che affoghino nel sangue! Ho rubato un coltello nel reparto casalinghi e bottiglie di sciroppo per far sanguinare quei maledetti!

Natale Rosso Criminale 1

Non c’erano dubbi: era un maniaco pazzo furioso.

Non ci fu pietà per lui e il tribunale della Grande Distribuzione Organizzata lo condannò con effetto immediato alla pena dello smaltimento nei rifiuti organici.

Le carrellate di acquisti nella settimana natalizia furono salve, ma ne seguì ugualmente una strage, anzi un’abbuffata di massa di panettoni, con o senza canditi, ma fuori dal supermercato ad opera di milioni di golosi seriali. E non furono risparmiati neppure i pandori.

Dopo le feste, con le offerte speciali organizzate dai capi reparto Generoso Saldi e Felice Treperdue, tutti i panettoni e i pandori furono venduti ma… in magazzino, dietro ad una pila di bancali, una confezione di pandoro era caduta rompendosi ed andando a finire in un’intercapedine nascosta, dove rimase dimenticata fino all’autunno dell’anno dopo…